Ben tornati lettori!
In questi giorni finalmente, in modo graduale, stanno riaprendo le librerie, seppur con diverse limitazioni e tanti accorgimenti. A breve anch’io tornerò a lavoro. Non vedo l’ora di tornare a sentire il profumo dei libri, muovermi tra gli scaffali e toccare copertine che celano storie e viaggi tutti da scoprire.
Quale occasione migliore, quindi, per presentarvi un altro libro? In questi giorni di “chiusura” ho letto davvero tanto e diversi libri mi hanno toccata nel profondo, ma uno in particolare mi ha segnata. Forse sarebbe più corretto dire che mi ha aperto gli occhi e confermato ciò che avevo iniziato a capire da sola da un po’ di tempo. Sto parlando di “Vincoli” di Kent Haruf.
Questa volta ho intenzione di stravolgere il mio abituale modo di presentarvi i libri, quindi salterò la trama riportata sulla copertina e tenterò nel difficile compito di trasmettere le emozioni che mi ha trasmetto questo romanzo. Il motivo di questa scelta risiede proprio nelle emozioni che trasmette questo libro: credo che ognuno leggerà in maniera differente una parte di sé tra queste pagine.
Siamo nel 1977 a Holt, in Colorado (in cui sono ambientati tutti i romanzi dell’autore). La voce narrante è quella di Sanders Roscoe che attraverso una “confessione” (che appare più come la necessità di sputare fuori tutto il dolore che ha visto negli anni) racconta la vita di Edith e della sua famiglia. Solo in questo modo sarà possibile dare un perché a quel tragico incendio che ha ridotto in cenere la casa che Edith condivideva con il fratello Lyman.
Tra queste pagine si leggono tutti quei “vincoli” che caratterizzano in modo particolare le comunità rurali, le piccole cittadine, le famiglie “vecchio stampo”. Racconta di tutti quei “vincoli” familiari che dovrebbero essere una guida, un punto di partenza, valori, ma che finiscono troppo spesso (e più spesso ancora in modo tacito) in egoismo, desolazione, gerarchia, regole ferree, frustrazione.
“Vincoli” è un libro di una potenza enorme. Tra queste pagine, caro lettore, interpreterai l’importanza della vita. Ci sono vincoli nella nostra vita che dovrebbero essere affetti, valori, che dovrebbero costruire l’identità di una persona ma che si trasformano in catene.
Quanto può pesare sulla vita di una persona un legame forte, più forte della libertà?
Spero che questo libro venga letto da tutte quelle persone che hanno bisogno di una mano a prendere una decisione importante: quale strada prendere quando ci si trova davanti ad un bivio colmo di opportunità celate da un velo di oppressione. Mi auguro che riescano a cogliere l’importanza di rischiare piuttosto che continuare a percorrere un vicolo cieco (ovvero un vincolo soffocante).
Oh cara Edith, la tua vita sarebbe stata colma di opportunità e saresti stata bravissima a viverla pur mantenendo le tue responsabilità!
Questo libro mi ha ricordato un po’ “Stoner”, due vite sprecate quando invece, con una scelta diversa (e non giusta perché non esistono scelte certe nella vita) avrebbero potuto guardare il mondo con occhi diversi e VIVERE per davvero.
Quello che questo libro mi ha fatto provare nel profondo del cuore non posso e non riesco a descriverlo con le parole.
“Si potrebbe dire che a quei due capitò una sorta di seconda infanzia – però non sarebbe esatto. Non puoi avere una seconda volta se la prima non c’è stata”.
Ecco le parole chiave di questo favoloso romanzo: via d’uscita; vivere; liberarsi; identità e progresso.
Buona lettura!
Ester
Autore: Kent Haruf | Casa editrice: NNE | Anno di pubblicazione: 2018