Magisano
Piccolo comune della Sila catanzarese che conta circa 1000 anime. Si divide in “Suso” e “Juso” rispettivamente superiore e inferiore. Il paese colpisce per la ricchezza delle sue opere d’arte e per le sue antiche origini che risalgono all’incirca al 1087 quando alcune famiglie della zona San Pietro furono costrette ad allontanarsi dal fiume Simeri per fondare il borgo detto Bucisano, poi San Nicolò di Bucisano e infine Vucisano (odierna Magisano). È possibile che il toponimo derivasse dal fatto che una grande quantità di erbe, chiamate Vucissi, crescevano naturalmente in questa zona e si presuppone che il piccolo abitato contasse solo una comunità di una ventina di persone che viveva il periodo della grande fiera come unica via di comunicazione con il mondo esterno. Il primo abitato si trovava originariamente in località Trinchise, tuttavia, a causa di una forte pestilenza abbattutasi nel Duecento, le famiglie si trasferirono dapprima nella vicina Zinnante e in quella denominata Casale Vecchio e, nel Quattrocento, i due centri si unirono per combattere le difficoltà dovute sia alla mancanza di acqua, sia per il pericolo dei briganti e dei lupi che minacciavano Casale Vecchio. La storia di Magisano rispecchia quella della vicina Taverna a cui fu annessa sotto il dominio dei Ruffo di Calabria. Successivamente, il territorio, fu acquisito dal Demanio Regio e vi restò fino all’istituzione dei Comuni nel 1811 quando Magisano divenne frazione di Albi. Solo nel 1820 divenne Comune autonomo e le furono annesse le frazioni di San Pietro, Vincolise e Uria. Nel patrimonio storico-artistico di Magisano si enumerano beni di singolare rilievo. Il percorso culturale è, infatti, molto ricco e particolare come peculiare è la Cascata delle Ninfe. Si ergono nel centro storico: palazzo Grande, palazzo Corrado nonché numerose fontane e icone cittadine; queste ultime sono distribuite nelle varie località e costituiscono un importante patrimonio non solo artistico ma anche e soprattutto culturale: l’icona dell’Immacolata in località Serra e della Madonna del Rosario.
Il territorio è a vocazione agricola, si coltivano i cereali, si produce del buon foraggio, ortaggi, olive, uva, agrumi e altra frutta. La popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di bovini e ovini.
Gastronomia
Scilatelli, Mparrettati, Salumi, Conserve sott’olio e Cuzzupe.
Luoghi da visitare
Palazzo Grande, Palazzo Corrado
Esperienze e mestieri
U fiscellaru: realizza canestrelli in vimini per conservare la ricotta, o u panaru (cestino fatto da intrecci di vimini).
Personaggi
Ruffo di Calabria