I Santi di Bocchigliero
Impostori o veramente in contatto con il Divino? Me lo sto domandando da quando ho conosciuto questa storia. A Bocchigliero, l’Unità d’Italia, porta una novità che sconvolge gli abitanti del paese. Nasce un movimento politico-religioso per mano dei contadini Matteo Renzo e Gabriele Donnici che chiamavano questa sorta di congrega con il nome de “I Santi”. Il piccolo paesino, che fa parte del vasto territorio del Parco della Sila, diventa il centro di questa nuova realtà dove i due contadini affermano di ricevere direttamente da Dio le istruzioni sul da farsi nella vita quotidiana. Con loro, a capo di questa “setta”, c’è una bambina di sei anni, la piccola Rachele Berardi, definita come “portavoce della Vergine”. Viaggiando in questo paese ancora oggi raccontano quest’antica storia.
Il movimento dei Santi di Bocchigliero desta subito grande scalpore anche se sulla loro reale attività non ci sono molte testimonianze se non ritratti effettuati dal giornale “Bruzio”, diretto da Vincenzo Padula e, soprattutto, degli scambi epistolari con il vescovo di Rossano raccolti dagli storici e dagli antropologi che si sono dedicati alla vicenda. Inizialmente furono accettati e tollerati dalla comunità di Bocchigliero, ma ben presto la loro insofferenza verso l’autorità religiosa e civile e le loro abitudini eccentriche provocarono una inevitabile reazione da parte del clero. L’attività dei Santi di Bocchigliero terminerà intorno al 1880 e sia Renzo che Donnici furono processati e condannati. Sono i “riti” praticati da questo gruppo a preoccupare la chiesa. Il più discusso di tutti era quello della “coricata”, che aveva lo scopo di provocare l’eccitazione senza però cedere nell’atto sessuale. Una sorta di prova di resistenza al peccato dove i seguaci giacevano senza toccarsi, completamente nudi e in totale promiscuità di sesso e di età. Secondo alcune ricostruzioni storiche del tempo, pare che molti bambini nascessero in seguito al rito e questo stava a significare che qualcuno, a quel peccato, aveva ceduto…
Non si conosce bene la data esatta in cui nasce il movimento di Renzo e Donnici ma si sa che fu dopo l’Unità d’Italia e che il suo culmine avvenne attorno al 1876. Fu questo l’anno in cui i due, con alcune lettere, spiegano all’Arcivescovo di Rossano il loro operato e si difendono dagli attacchi del clero “tradizionale”. In merito alla “coricata” spiegano, in questo carteggio del 1876, che «Noi stiamo uniti con donne nei nostri esercizi di notte e di giorno, e perché il Signore ci ha chiamati a combattere i nemici, il mondo, la carne ed il demonio, noi l’abbiamo combattuto con vincerlo, la carne pure la vinciamo col starci uniti, abbracciandoci e standoci anche nudi innanzi alle medesime, a dormirci pure, ed il Signore ha mortezzato la nostra carne, che non sentiamo stimoli, perché il nostro corpo è morto non esiste che in figura. Il mondo s’inganna quando vede queste nostre azioni e peggio che se ne scandalizza. Noi abbiamo una guida, ch’è una ragazza di cinque in sei anni, dessa è tutta dotata di Dio, dessa guida, ha diverse visioni, è un angelo che porta le notizie della Vergine Maria e ci dice quello che dobbiamo trattare nella compagnia. Essa inoltre ci leva ogni dubbio che noi abbaiamo nella nostra mente e ci chiarisce la nostra coscienza e mantiene la pace nel nostro cuore».
Renzo e Donnici, quindi, crearono un movimento religioso che si sostituisse alla politica perché, negli anni post unitari, tanto era il malcontento a causa degli stenti, la popolazione reclamava cibo e terre da coltivare oltre ad avere una esenzione dalle tasse. Fra i documenti dell’epoca emerge il forte malcontento della popolazione verso quella che oggi chiameremo “classe dirigente” che veniva vista interessata solo alla spartizione delle terre. Anche i preti erano nel mirino perché considerati come parte di tutto questo sistema. I Santi di Bocchigliero hanno, dunque, la volontà di «sostituire la classe religiosa falsa e bugiarda, con uomini onesti e degni di impartire i sacramenti».
Erano degli impostori che approfittavano della salda fede di tanti abitanti di Bocchigliero dicendo di parlare con Dio oppure volevano contrastare il clero che li contrastava a loro volta? Il dubbio e il fascino di questo movimento restano ancora attuali e irrisolti. C’è chi riferisce, ancora oggi, che il movimento si sia sciolto nel 1878 quando le pressioni dei preti e della nobiltà diventano schiaccianti e, soprattutto, quando Gabriele Donnici, insieme al fratello Abele, fu arrestato con l’accusa di omicidio colposo per aver provocato la morte di una donna a seguito di percosse (una vicenda esterna alle attività della setta). A Matteo Renzo, una volta sciolto il movimento, fu affidato dal Comune l’incarico di custode. Una storia affascinante che si racconta ancora fra le montagne della Sila cosentina.