I piatti della tradizione contadina
Il Parco Nazionale della Sila comprende un vasto territorio ricco di bellezze naturalistiche e paesaggistiche che racchiude al suo interno uno scrigno di sapori e profumi peculiari di un patrimonio gastronomico di alta qualità e tipicità.
Il fascino della natura si esprime attraverso i laghi e le distese di boschi che ricoprono le pendici dei monti: estese foreste di pino laricio e faggio e a quote più basse, castagneti e querceti, intercalati da prati le cui fioriture offrono uno spettacolare effetto cromatico.
Nella fascia collinare è rilevante la presenza di uliveti da cui si ricava un olio dalle ottime caratteristiche organolettiche. Un patrimonio naturalistico circondato da 21 comuni che hanno dato vita al Parco Nazionale della Sila: Acri, Albi, Aprigliano, Bocchigliero, Celico, Corigliano Calabro, Cotronei, Longobucco, Magisano, Mesoraca, Pedace, Petilia Policastro, Petronà, San Giovanni in Fiore, Savelli, Serra Pedace, Sersale, Spezzano della Sila, Spezzano Piccolo, Taverna, Zagarise.
Comunità ricche non solo di sapori ma anche di saperi, frutto di una storia antica che è possibile riscoprire recandosi nei centri storici, per apprezzare non solo il patrimonio monumentale, ma anche il patrimonio antropologico identitario che viene ancora oggi conservato e preservato e che si esprime, oltre che con usi e tradizioni, soprattutto attraverso la riproposizione di antichi piatti tipici della tradizione contadina silana.
Tutto l’itinerario si sviluppa lungo i 21 paesi del Parco Nazionale della Sila, che sono posti a perimetro dell’area protetta, un itinerario che consente di visitare e conoscere non solo una natura unica, ma anche di gustare la gastronomia silana, una cucina di carattere tipicamente agro-pastorale che viene dalla cultura dei contadini e dei pastori, fatta di piatti semplici ma prelibati: zuppe, minestre, carni ovine, suine e bovine, formaggi, salumi e sottoli, marmellate, pasta e pane casarecci e tanto altro: la tiella, le frittule, la cuccìa, i mastazzuoli, la collura, lo spezzatino con le patate, i cullurielli, la soppressata, la salsiccia, la pancetta, il capocollo, il prosciutto, le alici arriganate, il baccalà e patate, la rosamarina, i maccarruni cu ru sugu, u miele i fichi, le gurpinelle, la pitta picata, i carriciaddi cu ra sardedda, la minestra varbariata, i maccarruni cu ru ruciu, i ferriatti e grastatu, i cuddurieddi de zite, le chinulidde, i crustuli, u sacchiattu, i cavatelli, le lagane e fagioli, i maccarruni cu ciciari, la pasta a ferretto, la capra alla montanara, la minestra maritata, le risimuglie, la nuglia, u suzu, il sanguinaccio, a ‘mpanata ‘e ricotta, la cuddura, le collure di Pasqua, i bucchinotti, le crocette, la minestra ccu gambariallu, i maccheroni con surache e patate, la stroscia, il muccellato, il caciocavallo silano, i butirri, le giuncate, le ricotte fresche ed affumicate, le mozzarelle, i pecorini, la cropa, le cuzzupe, i crustoli, le conserve sott’olio di melanzane, di peperoni, di olive, di pomodori e di funghi, la sardella, gli scialatelli, la pitta ‘mpigliata, la pitta cu sarde, la cicerata, le susumelle, i turdilli, la pasta cumpettata, la pitta ‘nchiusa, le fave e frittole, gli gnocchi con le gallinelle, le melanzane ripiene, gli ‘mparrettati al ragù di cinghiale, le scilatelle ai fughi porcini, le vecchiarelle, le pitte fritte, le nepitelle, la minestra di San Nicola, i bocchinotti con l’amarena, le vanchiglie.
L’itinerario è un percorso ad anello con diramazioni per raggiungere i centri di Longobucco, Corigliano Calabro e Acri, pertanto si può decidere di partire da qualunque dei 21 comuni e percorrerlo a tappe e in più giorni.
Mappa