Gioacchino da Fiore una storia ancora tutta da scrivere
Il mio incontro con la Sila lo devo ad un certo Gioacchino, conosciuto nei banchi di scuola al liceo classico. Come sempre i migliori amici ci vuole un po’ di tempo per farteli diventare simpatici.
Gioacchino è uno di questi, sempre un po’ cazzilluso, controcorrente, visionario, però in grado di farti fare dei viaggi fantastici.
Proprio per seguire le sue tracce quest’anno ho deciso di portare tutta la famiglia nel Parco nazionale della Sila dove Gioacchino da Fiore è nato circa nel 1130 e sì perché dimenticavo di presentarvi come si deve il mio amico Gioacchino: abate, teologo, scrittore, profeta pittorico, veggente, ecc.
Un viaggio quindi a metà tra vacanza e studio.
La prima meta è Jure Vetere ho solo un giorno a disposizione e voglio cominciare questo viaggio dal luogo più rappresentativo dove lui ha costruito il suo monastero, di cui restano poche tracce, per cercare di comprendere al meglio il percorso della sua esistenza e ricerca spirituale.
Lungo il percorso ci fermiamo a Celico per visitare la casa natia, bellissimo sul citofono c’è scritto “Gioacchino da Fiore” quindi viene spontaneo suonare e la cosa bella è che si affaccia una signora che ci fa accomodare per visitare la casa dove sono ancora presenti alcuni cimeli insieme ad altri elementi della religione cattolica.
Una guida turistica veramente inusuale quanto affascinante.
Devo dire non è che in paese si siano sforzati particolarmente a valorizzare questo concittadino illustre, comunque nella filosofia del viaggio ci sta perché il fatto di non trovare celebrazioni particolari fa rimanere intima la vacanza.
Da qui siamo quindi ripartiti per Jure Vetere. Di proposito abbiamo deciso di percorrere la vecchia strada provinciale, un susseguirsi di curve e di paesaggi entusiasmanti.
Mai come in questi casi benedette siano le curve, che non solo ti obbligano a camminare piano ma diventano il pretesto per alimentare la “suspense turistica”.
Arrivati a Monte Scuro, dove si imbocca la strada delle vette (percorribile in macchina quando non c’è la neve), ci siamo quindi diretti a Lorica dove abbiamo visitato il romitorio in cui Gioacchino faceva tappa lungo il percorso che lo portava a Jure Vetere.
Da qui costeggiando il lago Arvo siamo arrivati quindi a destinazione. Sono solo dei resti quelli che sono sopravvissuti al tempo e all’incuria, ma trasmettono sicuramente molta energia.
Non per niente questo luogo è spesso teatro di temporali con lampi e tuoni impressionanti.
Da qui si vede il mar Jonio, l’oriente.
Certo, un posto non scontato per erigere un monastero e ripensando agli scritti, ai disegni di Gioacchino penso che questo luogo celi importanti storie ancora sconosciute.
Gioacchino da Fiore una storia ancora tutta da scrivere.