Longobucco
Posto in una seducente vallata della Sila Greca si erge su un tavoliere ai piedi del monte Castello a 788 metri sul livello del mare ed ospita circa 3.403 anime. L’origine del nome, deriverebbe da longa- bucca traduzione di makrokolos, come veniva chiamato il fiume Macrocioli che collega il paese con la Sila. Un’altra tesi sostiene che Longobucco sarebbe l’appellativo di Longoburgo. Le origini storiche di Longobucco sono alquanto dubbie, ma si possono far risalire al periodo alto medioevale. La storia del borgo resta legata, inscindibilmente, alle miniere d’argento che si trovavano nel suo territorio. È certo che i Sibariti, i Crotoniati, in epoca magno-greca, si rifornissero del prezioso metallo a Longobucco, per coniare sfavillanti monete d’argento. Anche Gioacchino da Fiore si recò nella cittadina silana per far forgiare dei calici, riservati all’abbazia di San Giovanni in Fiore. Quando Longobucco rientrò nello stato di Rossano, fu feudo dei Marzano e a cui subentrarono gli Sforza e seguirono i d’Aragona. Purtroppo il declino delle miniere avvenne ben presto e, nonostante nel 1826 il barone Compagna tentò di recuperare le risorse argentifere del paese, dopo due anni l’ardua impresa veniva abbandonata. Fra i luoghi di culto si annoverano: Chiesa di Santa Maria Assunta o Matrice, Torre Normanna o Campanile, chiesa dell’Angelo custode, chiesa di Santa Maria Maddalena, chiesa di San Domenico. Fra il patrimonio monumentale di Longobucco ci sono due stupende regge: palazzo Citino e palazzo Mazza. Longobucco è nota per la lavorazione artigianale dei tessuti a mano in lana, seta e lino. L’arte tessile longobucchese è nota in tutta Italia ed ha ottenuto riconoscimenti anche nel resto d’Europa. Le coperte, i tappeti, gli arazzi hanno sempre riscosso ammirazione ed apprezzamenti nelle varie fiere ed esposizioni nazionali ed estere come Milano e Barcellona. Le attività più sviluppate, a parte la tessitura, sono le quelle agro – silvo – pastorali. Nella piccola cittadina silana si può visitare il tipico Museo dell’artigianato silano e della difesa del suolo che sorge nell’ex convento francescano. Il Museo, è caratterizzato da un percorso di visita che si affaccia da un lato sul convento francescano e dall’altro offre ambienti tematici sulla lavorazione della pietra, del legno, dei metalli, dell’oreficeria, dei tessuti e sulle tradizioni del luogo.
Gastronomia
Vino Val di Neto (IGT), Pitta picata, Carriciaddi cu ra sardedda, Minestra varbariata, Maccaruni cu ru ruciu, Ferriatti e grastatu, U Mmitu i San Giuseppe, Cuddurieddi de zite, Chinulidde, Crustuli, Cuddra, Cuccia dolce, Sacchiattu.
Esperienze e mestieri
Lavorazione dei tessuti
Eventi
Festa di San Domenico
Personaggi
Norman Douglas