Sila Storytelling parla al mondo e a tutte le sue comunità. Sila Storytelling è il progetto che permette di fare marketing condividendo esperienze che il Parco Nazionale della Sila ha messo in campo.
Si è tenuto nei giorni scorsi nella sede del Parco Nazionale della Sila a Lorica l’evento di presentazione delle attività svolte e i risultati ottenuti con la partecipazione del Commissario Straordinario dell’Ente Sonia Ferrari, del direttore Giuseppe Luzzi, di Antonio Blandi di Officine delle Idee, del direttore di LaCnews24 Pasquale Motta e dello storico e critico d’arte Gemma Anais Principe.
Sila Storytelling è il laboratorio di esperienze sulla Sila animato da turisti, cittadini e viaggiatori grazie alle loro storie e alle loro esperienze. Turisti, persone del luogo, che hanno colto in pieno il senso del progetto e che hanno sentito l’esigenza di raccontare ad altri la propria esperienza in Sila.
Ma non solo.
Riscontri ci sono stati anche da chi la montagna la vive ogni giorno e questo sta a dimostrare quanto Sila Storytelling vada nella giusta direzione: è tramite il racconto che una comunità si fa conoscere e si riscopre. E da questo punto di vista, i risultati ottenuti fino ad ora, vanno in questa direzione.
Dagli elaborati ricevuti si estrapola la voglia di partecipare ed emerge la condivisione attraverso la scrittura come necessità: quella di dire “io c’ero”, “io ho vissuto tutto questo” e, soprattutto, “ecco a voi la Sila che ho visto”.
Tutto restituisce al lettore che, ancora non ha partecipato, la voglia di scoprire ciò che ha letto e di farlo scoprire a propria volta.
«Sila Storytelling – ha detto il commissario del Parco Nazionale della Sila Sonia Ferrari – è un progetto in itinere, bellissimo e fortemente voluto da noi. Si tratta di un progetto emotivamente coinvolgente. Fare marketing condividendo esperienze significa che noi vogliamo narrare il territorio attraverso delle voci che non siano quelle del Parco e delle istituzioni ma quelle dei protagonisti, di chi vive la Sila quotidianamente o occasionalmente. Vogliamo presentare al pubblico una Sila con una immagine più coinvolgente».
«Il Parco cresce sempre di più e il merito va a Sonia Ferrari perché da quando è qui ha fatto sì che continuasse la mission del Parco: la tutela della biodiversità e la promozione dei nostri luoghi – aggiunge Giuseppe Luzzi, direttore del Parco – Un giorno il commissario mi parlò del progetto di storytelling e abbiamo dato vita a questa iniziativa. Il marketing e la valorizzazione del territorio sono sempre stati a cuore alla dirigenza di questo ente. Mi auguro che questo commissario diventi presidente per il lavoro fatto sino ad ora. La Regione e il ministero sanno il grande lavoro che si è fatto. Sila Storytelling è un punto di partenza e non di arrivo da esporre in altre realtà».
«Siamo davvero molto entusiasti – dice Antonio Blandi che guida Officine delle Idee mentre fa scorrere, alle sue spalle, i contenuti del sito www.silastorytelling.it – Sila Storytelling è il primo e unico lavoro strutturato sullo storytelling fatto da un ente pubblico in maniera sistemica. Nasce come antica tecnica pubblicitaria ma la novità sta, appunto, nel fatto che un ente come il Parco Nazionale della Sila cerchi di creare un sistema di collegamento fra turisti, popolazione e istituzione stessa in maniera scientifica.
Sila Storytelling diventa un sistema di marketing consolidato, è l’idea di una comunità che partecipa alle idee di sviluppo, crea coesione e, soprattutto, fa vedere ciò che vogliono conoscere le persone. Tutto questo è un lungo lavoro antropologico molto interessante.
Abbiamo rilevato dai racconti ricevuti che il turista della Sila sente suo questo territorio entrando in empatia con i luoghi. Nel proseguo del progetto c’è la volontà di coinvolgere oltre ai 21 Comuni del Parco anche quelli che rientrano nella Riserva MaB Sila Unesco e inoltre presto porteremo nelle scuole il progetto facendo diventare gli studenti giovani reporter della Sila».
«Sila Storytelling – spiega lo storico e critico d’arte Gemma Anais Principe – entra a pieno diritto nelle competenze richieste dall’Unione Europea per l’apprendimento e la consapevolezza del patrimonio culturale. È uno strumento di conoscenza e di trasferimento delle competenze che l’Europa ci richiede. Questo progetto riesce a trasmettere alle nuove generazioni l’amore per il proprio territorio».
«Oggi non ci può essere informazione tradizionale se non la affianchiamo ad un adeguato sistema di comunicazione delle informazioni – analizza il direttore di LaC24news Pasquale Motta – La Calabria ha il problema che ogni giorno lotta con due narrazioni: quella negativa e quella positiva. Purtroppo la prima, quasi sempre, vince sulla seconda. Il Parco della Sila e Officine delle Idee hanno fatto un ragionamento innovativo e vincente con questo progetto. Questa è la chiave giusta e può fare scuola per gli altri territori calabresi. Dobbiamo raccontare perché si deve venire in Calabria e l’informazione tradizionale ha il compito di sostenere queste iniziative innovative».