Un’estensione di oltre settantamila ettari, tre province che ricadono nel suo territorio, altrettante macroaree, cinque laghi, vette altissime, una biodiversità unica nel suo genere. Benvenuti in Sila, la grande montagna calabrese che tocca i territori di Cosenza, Catanzaro e Crotone e che vuole un riconoscimento che moralmente ha già: essere considerata Patrimonio dell’Umanità. Le caratteristiche ci sono tutte per ottenere il benestare dall’Unesco e, proprio in questi mesi, i responsabili della World Heritage List la stanno percorrendo in lungo e in largo.

La natura incontaminata è una delle caratteristiche predominanti della Sila, una natura che è tutelata dal Parco Nazionale della Sila istituito nel 2002 e comprendente anche i territori già facenti parte dello “storico” Parco Nazionale della Calabria istituito già nel 1968.

Un parco che offre ai suoi tanti visitatori bellezze di ogni genere: dalla flora alla fauna, dalle bellezze paesaggistiche alle squisitezze gastronomiche e poi tanto divertimento con la possibilità di praticare diversi sport a seconda della diversa stagionalità: sci di fondo e discesa, trekking, escursioni a cavallo, torrentismo, percorsi in mountain bike e tanto altro.

E arrivare in Sila è molto semplice. È aiutata, infatti, da una posizione che la racchiude fra gli aeroporti di Lamezia Terme e Crotone; è attraversata da una statale che la mette al centro fra il Mar Tirreno del cosentino e il Mar Jonio del crotonese e che, a sua volta, è ben raggiungibile dall’autostrada A2 Salerno-Reggio Calabria e si può usufruire dei bus che dai tre capoluoghi di provincia arrivano alla montagna. C’è la Sila Grande il cui territorio ricade prevalentemente nel cosentino, poi c’è la Sila Piccola che si caratterizza per il suo sguardo verso il catanzarese e dove ci sono alcuni dei villaggi turistici più conosciuti come Villaggio Mancuso mentre la Sila Greca è quella che si colloca verso il Mar Jonio e che osserva la Piana di Sibari e dove la storia ha portato le colonie dall’Albania.

Proprio la storia, la cultura, la spiritualità e la filosofia caratterizzano quella che viene definita la “Capitale della Sila” San Giovanni in Fiore, il più vasto e antico centro della montagna. È qui che l’abate Gioacchino da Fiore fondò il suo monastero e la sua Congregazione.

Se San Giovanni in Fiore può essere considerata la capitale della montagna, se il pino laricio è una delle peculiarità naturali che contraddistinguono la Sila, l’animale-simbolo è il lupo. Il suo mantello ha un colore che cambia a seconda dell’età, delle stagioni e del luogo in cui vive. Fra le montagne della Sila, il pelo del lupo ha un colore bruno e fulvo con sfumature scure ed è simile a quello di un cane pastore tedesco, ma la differenza sta nella testa. Qui il lupo assume un simbolo di sacralità, ne è vietata la caccia ed è questo che ha favorito il ripopolamento di una specie che stava rischiando l’estinzione.

Bellezza, parola dominante in Sila. Basti pensare ai cinque laghi artificiali che la caratterizzano. Tre di questi, il lago Cecita, l’Arvo e l’Ampollino, sono quelli più noti ai visitatori mentre più caratteristici sono quello di Ariamacina e il lago del Passante.

La Sila non è, però, soltanto bellezza paesaggistica ma anche bontà di sapori. La patata della Sila è infatti, prodotto con marchio IGP e sull’altopiano può essere acquistata nelle aziende, nei negozi di prodotti tipici o dai contadini che le vendono nelle località turistiche. La Sila è anche il regno dei funghi che vengono celebrati con tanti eventi e sagre ad hoc, dei latticini e dei formaggi con il caciocavallo silano in testa. In questi territori è inoltre possibile mangiare le gustose carni degli allevamenti di bovini e suini e in particolare del suino nero di Calabria.

Tutto questo non basta a descrivere la bellezza e la ricchezza della Sila. Vi toccherà raggiungere e visitare uno dei luoghi più belli del Mediterraneo e, particolare non trascurabile, economicamente fra i più accessibili.

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