Oggi voglio tenervi compagnia con una profonda lettera. Attenzione, non è una delle solite epistole tutte cuori, amore e fiori. È qualcosa di assolutamente diverso, che merita di essere raccontato.
Dunque, ecco la trama del libro:
Bjarni ha novant’anni e vive da solo nella sua fattoria in Islanda quando decide di rispondere in un fiato all’unica lettera ricevuta da Helga, il suo grandissimo amore perduto. La sua risposta è questo romanzo. Helga e Bjarni si sono amati di una passione torrida, travolgente, e hanno tadito i rispettivi consorti senza rimorsi; poi si sono separati e a lui sono rimasti i rimpianti, le vampe di desiderio e un binocolo con il quale spiarla, perché lui e Helga sono sempre stati vicini di casa. Tra macchinari da riparare, bestiame da accudire e pesci da essiccare si è consumata la vita di Bjarni, tutta dedita al lavoro fisico eppure fervidissima di immaginazione, sogni, fantasticherie. E al centro c’è stata sempre e solo lei, Helga, con il suo corpo, i capelli, il dono della bellezza e dell’energia. Un canto d’amore e rimpianto che attraversa una vita in perfetta comunione con la natura e si condensa in una lettera struggente.
Ho letto queste pagine tutte d’un fiato. Non riuscivo a fermarmi!
Questo piccolo libro è una lunga lettera che Bjarni scrive in risposta alla sua amata Helga. Una risposta tardiva ma necessaria. Bjarni riesce ad aprire il suo cuore e a scrivere dell’amore solo a novant’anni, quando di quell’amore solo un dolce ricordo può restare.
Ci troviamo in Islanda, in piena campagna. Una lunga epistola che racconta di un amore rurale, tanto che Bjorni nel suo lungo e dolce elogio paragona la sua amata ad un trattore o ad un animale. È un amore primordiale, primitivo, dove solo la carne e gli istinti che trasmette hanno importanza.
L’autore descrive gli amplessi in maniera cruda, pura, senza fronzoli, così come sono stati. Eppure, anche se nei termini risulta quasi animalesco, non è mai volgare, anzi sincero e limpido.
A me è venuta un’improvvisa voglia di prendere carta e penna, proprio come quando ero ragazzina, e scrivere una bella lettera, anche se probabilmente non sarà mai spedita. Quanto erano belli quei giorni in cui vedere una busta bianca, o colorata, con un francobollo trasmetteva un fremito e curiosità? Ah bei tempi…
“La cosa peggiore di un dolore incommensurabile è che risulta invisibile a tutti tranne a chi ne soffre”.
La parola chiave di questo romanzo/epistola è: interiorità.
Autore: Bergsveinn Birgisson | Casa editrice: Bompiani | Anno di pubblicazione: 2018