La prima cosa che colpisce incontrando Stigliano è l’ex Convento che oggi ospita il municipio. L’eco della sua importanza lo conoscono bene anche a Matera che non dimentica di celebrare questo posto mentre indossa la corona di Capitale europea della Cultura.
Il convento è stato edificato intorno al Diciassettesimo secolo e al suo interno conserva, ancora oggi, il crocifisso il legno realizzato da padre Umile da Petralia che in quegli anni ha seminato di arte sacra molti luoghi di questo territorio. I fedeli raccontano che, nella seconda metà del Seicento, questo crocifisso ha liberato la cittadina dalla peste. Il Primo ottobre 1656, è raccontato ancora oggi dai devoti di Stigliano, entrarono nel Convento una luce fortissima proveniente dal cielo con un rombo fortissimo. Questa luce avvolse il volto del Cristo che si sposto da sinistra a destra e proprio in quel momento il paese fu liberato dalla peste che aveva fatto quasi duemila vittime. La devozione verso il Crocifisso è ancora oggi tantissima. Ma la bellezza del Convento non si ferma solo a questo. La chiesa, dedicata originariamente a Santa Maria la Nova, ha una facciata barocca con un campanile, proprio del convento di Sant’Antonio, a cupola che catturano l’attenzione e poi ci sono i quadri raffiguranti la Madonna. Uno è Immacolata con Santo monaco e l’altro è la Vergine Maria col Bambino. Dopo aver visitato anche la chiesa madre dedicata a Santa Maria Assunta con il suo suggestivo organo a canne degli anni Trenta e dopo aver visto i resti del Castello, a Stigliano bisogna vedere il Museo della tradizione contadina e la Casa contadina che nacquero per volontà di due soggetti privati e che ora sono diventati punto di riferimento imprescindibile non solo per questa comunità. Sono veri e propri angoli della memoria contadina che vivono grazie alle donazioni private fatte nel corso del tempo dalle famiglie. Strumenti da cucina, sedie, mobili, tutto lì dentro ha il sapore del nostro passato che non possiamo dimenticare.
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newleggo