La superficie del lago era uno specchio. I raggi del sole , prossimo all’imbrunire, Vi rimbalzavano sopra e trasformavano l’area colpita dalla luce in una sorta di abbacinante ed enorme diamante. Lo specchio d’acqua era circondato da alte colline , le quali non sarebbero mai riuscite ad escludere la vista di un’altissima montagna spoglia coperta dalle cicatrici di antichissimi ghiacciai.
Un movimento sulla superficie, un corpo che emerge e si immerge, emerge e si immerge.
Horis si apprestava a rientrare dal suo giro di pesca – in quel momento si trovava quasi al centro esatto del lago- , di li ad 1 ora lo aspettava un’eccitante conferenza tenuta dal suo docente di astronomia. Egli era un illustre personaggio ed insegnava nella scuola del giovane , l’ High Remote Institute . Era un eccentrico esperto nella sua materia e Horis trovava avvincenti le sue teorie sulla storia dell’universo e la possibilità di vita su altri pianeti anche perché egli stesso fin da piccolo era sempre stato estremamente affascinato dalle stelle e fantasticava spesso su intelligenze o addirittura intere civiltà che prosperavano , ignare le une delle altre , sotto i cieli di mondi remoti.
Girò su stesso e si diresse verso la riva, il bottino non era stato male, quasi 5 kg di pesce che la madre avrebbe sicuramente preparato su una graticola di brace ardente la sera stessa, era un abile pescatore nonostante il suo fisico più gracile rispetto alla media dei suoi coetanei.
Giunto a riva , si sedette sulla sabbia e si lasciò asciugare dalla tiepida luce del sole , poi salì sul veicolo, mise in moto ed imboccò la strada che lo avrebbe riportato in città.
– E’ sicuro di inserire questo argomento nella conferenza di oggi signor Kov?- chiese il giovane collega al professore. – Certo mio caro Joben – rispose l’anziano docente – cosa dovrebbe esserci di male?-.
Joben era insegnante di fisica all’ High Remote Institute e provava una stima incondizionata nei confronti dell’illustre professor Kov , autore di numerosi saggi sulla storia del cosmo , sebbene alcuni di essi fossero stati considerati eccessivi e fuorvianti da una certa parte del mondo accademico.
– Le sia chiaro – continuò Joben – lei sa quanto i suoi scritti mi abbiamo sempre appassionato professore , il fatto è che il nuovo preside , pur essendo senza dubbio un individuo brillante , ha una mentalità analitica e strettamente scientifica . In poche parole , vuole che le lezioni in questo istituto vengano tutte condotte sulla base di fatti comprovati e non ha molta simpatia per le speculazioni e le ipotesi … ehm.. diciamo così… più fantasiose- .
– Fantasiose? – sbottò Kov – mi stupisco di lei signor Joben- , proprio lei che mi conosce cosi’ a fondo dovrebbe ben sapere che le mie teorie si basano su ipotesi ragionevoli e non su stupide speculazioni !- .
– Mi scusi professore, non intendevo offenderla – disse il giovane – spero solo che il preside Rej non abbia nulla da obiettare – .
– Vedrà, vedrà mio timoroso amico , il signor Rej rimarrà anch’egli affascinato dalla mia lezione di oggi pomeriggio – , cosi’ dicendo il professore si congedò.
-Accidenti Horis , hai fatto il pieno oggi!- disse la madre quando lo vide entrare con la grossa sacca , – c’è da mangiare per una dozzina di noi! – . – Va bene mamma – , rispose lui sorridendo – vorrà dire che inviterò qualcuno. – Si certo , tanto tocca a me pulire poi – finì lei.
La mamma di Horis , Leena , era amorevole e premurosa con il figlio , aveva trovato nell’amore per il suo cucciolo , l’unico antidoto contro le occasionali ( ma giornaliere ) fitte di dolore che ancora la tormentavano dopo la morte del marito , avvenuta appena 1 anno e mezzo prima.
Vivevano della sua pensione da vedova , dei suoi lavoretti occasionali e anche di quelli del figlio ( Horis era un giovane giudizioso che trovava sia il tempo per studiare sia per aiutare la madre ) . La loro non era la miglior vita possibile , ma neanche tanto male.
– Io vado mamma, il professor Kov ci aspetta , ci vediamo stasera – . – Va bene caro a dopo allora , si avvicinò al figlio e sfregò la propria guancia sulla sua , in segno di affetto.
La sala della facoltà di astronomia era gremita -probabilmente la metà dei presenti era li per sincero interesse e curiosità e l’altra metà per farsi beffe del bizzarro personaggio che di li a poco sarebbe intervenuto- . Lungo il perimetro circolare erano disposti moltissimi pali di zinco. I posti in prima fila erano riservati ai giornalisti locali -quasi tutti , chi più e chi meno , annoiati e indisposti per il fatto di dover essere lì a prendere appunti su una tediosa lezioncina di scuola da riportare sul quotidiano della città invece di occuparsi di faccende dal loro punto di vista molto più importanti-. Immediatamente dietro di loro si trovavano insegnanti e alunni della scuola, sul lato destro -sulla parte destra , essendo un cerchio parlare di lato non sarebbe stato corretto – un gruppo di scienziati ed esperti in vari rami scientifici quali fisica, astronomia, biologia , matematica ecc..
La parte sinistra era occupata da uomini di culto -il preside teneva molto ai rapporti con la grande chiesa unita – tra i quali una decina di esponenti del movimento ultraconservatore dei “portatori di luce” , un gruppo di religiosi che sosteneva senza riserve la teoria del “fabbricatore” , colui che da solo creò il mondo , l’universo e praticamente la realtà per come la conosciamo.
Per come la vedeva Horis erano soltanto degli invasati del cazzo.
Il giovane entrò nel grande spazio circolare e si guardò attorno rapito, era la prima volta, da quando frequentava l’istituto, che vedeva la sala quasi completamente piena .
-Ehi Horis da questa parte ! – . Era Rog , un suo compagno di classe nonché il suo migliore amico
-Ciao tesoro , mi hai tenuto il posto? – scherzo’ Horis con il compagno di corso . – Falla finita smilzo, ricordate l’accenno al gracile fisico del nostro protagonista a inizio racconto? , prendi posto e sentiamo questo matto cosa ha da dire- – Kov non è una matto! – rispose Horbis stizzito – Probabilmente è più intelligente di tutti i presenti messi assieme !-
– Sarà… – borbottò Rog che evidentemente non condivideva la stima che l’amico provava verso il professore.
Comunque sia Horis prese posto e attese l’inizio della conferenza.
-Ha visto che cosa le dicevo?- disse Joben al docente poco prima di salire sul palco , guardi Rej chi ha avuto il coraggio di invitare per metterle i bastoni fra le ruote, quei pazzi seguaci del fabbricatore! – è abbastanza ovvio che dei membri ultraconservatori di una setta religiosa non sia ben visti all’interno di un covo di scienziati . – Stia tranquillo mio buon amico, so badare a me stesso, rispose il vecchio-. Joben vide nel sorriso di Kov un misto tra sincera tranquillità e una punta di perfida soddisfazione , quella che si prova , a volte , nel cercare di spazzare via tutte le dogmatiche certezze di qualcuno che non si è mai preso il disturbo di mettere in discussione , nemmeno per un istante , ciò di cui è convinto .
Il primo a prendere possesso del palco fu il preside Rej .
Alla sua comparsa ci fu una cacofonia di approvazione ed egli attese compiaciuto un minimo di silenzio per poter prendere la parola . Si appoggiò l’amplificatore sulla testa ed annunciò: – Signore e Signori , sono compiaciuto di tanta affluenza , prima di iniziare voglio dare il benvenuto a tutti voi, in particolare a coloro che vengono da fuori come gli illustri scienziati alla mia destra ( rumore ) e gli egualmente illustri uomini di culto alla mia sinistra ( rumore ). Ora, essendo io un tipo di poche parole , vengo subito al dunque ed ho il piacere di introdurre il professor Erki Kov, una persona stimata , di notevole intelligenza ed anche di notevole eccentricità – disse strizzando l’occhio, non con complicità ma , vista la scarsa simpatia che correva tra i due , sicuramente con malizia per la conferenza di oggi intitolata “Storia inedita dei pianeti del sistema solare”
Il professore salì sul palco e prese la scena , dopo che il preside si scostò per lasciarlo passare in modo non poco infastidito : – Benvenuti a tutti e grazie di essere qui , non credevo che avrei avuto tanto successo di pubblico- risate-. Il docente iniziò la conferenza parlando della storia del sole e di quella del nostro pianeta , ampliando il discorso anche all’intero sistema solare.
Mano mano che il discorso proseguiva in sala scese quel silenzio tipico di quando si ascolta un individuo parlare di un argomento per il quale non è tanto l’interesse per l’argomento stesso a catturare l’attenzione, ma la competenza dimostrata da chi ne parla. In altre parole , alcune persone starebbero a sentire per ore qualcuno parlare di una cosa di cui loro non sanno nulla, solamente per la capacità del narratore di coinvolgerle e fargli notare che lui invece ne sa , eccome.
Horbis ascoltava rapito le sue parole di certo non immaginando che il bello doveva ancora venire.
-Come tutti noi sappiamo, la vita sul nostro pianeta è iniziata circa 5,5 miliardi di anni fa , quando si crearono le condizioni per lo sviluppo della stessa. Ora , non voglio annoiarvi con termini troppo scientifici ma , grossomodo, il nostro pianeta era freddo e inospitale, completamente ghiacciato, la temperatura in superficie era di quasi 180 gradi sotto lo zero. Come immaginate la vita in queste condizioni ( o perlomeno la vita per come la conosciamo noi ) è impossibile.
– Ma accadde qualcosa –
Giungevano borbottii dalle fila dei religiosi e Horbis era convinto che provenissero dai fan del fabbricatore , quei selvaggi non vedevano l’ora di trovare nel discorso dell’amico qualcosa che non gli andasse a genio per poter intervenire – Ho idea che da qui a poco si creerà un dibattito molto acceso – disse Rog – il migliore amico di Horbis . – E allora? A me piacciono i dibattiti – rispose Horbis, a meno che per dibattito non si intendeva un’ insana e inopportuna discussione.
Il professore notò con piacere che aveva catturato l’attenzione di tutti e continuò: – il sole esaurì l’idrogeno del suo nucleo trasformandolo tutto in Elio e la nostra cara stella divenne una gigante rossa, talmente grande da avvicinarsi al nostro pianeta e riscaldarlo a sufficienza per trasformare , nel corso del tempo e dopo svariate reazioni chimiche , il ghiaccio in un liquido adatto per le condizioni di nascita e sviluppo della vita . Acqua signori.
-Che prove ci sono a sostegno di questa tesi? – intervenne Fregh , uno dei portatori di luce. “ Ecco , ci siamo , è intervenuto uno degli scervellati” – penso’ Joben tra divertimento e timore –
– Anni e anni di studi mio buon amico , teorie basate sulla conoscenza della chimica, della fisica e sull’analisi complessa di modelli astronomici comprovati- rispose Kov.
– Mah io credo che voi scienziati forniate sempre prove e teorie molto fumose – continuò il tizio.
– Beh , sono comunque più plausibili della teoria di un super essere che ha creato tutto dal nulla , vogliamo parlare delle vostre di prove? – , ad intervenire era stato Jiw Bui , astrofisico dal carattere molto irruento.
– Ci siamo amico mio ! – disse Rog sgomitando l’amico. Ad Horbis non piaceva per nulla la piega che aveva preso il discorso , lui era sempre stato per i confronti civili e pacifici , qualsiasi forma di ospitalità lo faceva stare male.
– Come si permette di parlare cosi?- disse un altro membro della “setta” , lei è una persona irrispettosa!-
– Voi siete irrispettosi verso la scienza , verso l’unico vero modo di scoprire la verità ! Stavolta era stato Joben ad intervenire, non senza uno sguardo di rimprovero del relatore, non avrebbe permesso che la conferenza del signor Kov diventasse una sceneggiata.
– Signori , basta così vi prego! – , il preside aveva preso possesso dell’amplificatore e stava cercando di moderare la folla , – non tollero questo tipo di comportamento da nessuno! – continuò , esigo che tutti i presenti in sala lascino finire l’esposizione del professore diamine!-
La folla si placò un poco ed Erki Kov potè proseguire nella sua esposizione: – come stavo dicendo , miliardi di anni fa la vita comparve sul pianeta e….. –
“ Sei contento pallone gonfiato?” stava pensando Joben col pensiero rivolto verso il Signor Rej , “ ho visto il tuo sorrisetto compiaciuto quando il professore è stato interrotto, avrai anche incantato la folla col tuo intervento da maschio alfa , ma io so che sei solo un viscido ipocrita di merda”
-……. e dopo 2 miliardi e 500mila anni di evoluzione , eccoci qua, esseri complessi che discutono il miracolo della creazione – , lo disse con una punta di sarcasmo che non sfuggì ne agli scienziati ne tantomeno ai religiosi.
– Ma non è questo il punto – proseguì – il punto è che ho seri motivi di credere che il nostro non sia l’unico pianeta del sistema solare che sia stato capace di ospitare una vita complessa-
Brusii tra la folla , a Horbis parve di sentire dei commenti tipo “ma siamo sicuri che prima di iniziare a parlare abbia bevuto solo acqua ..” e “questo ha letto troppi romanzi.”
-…. o meglio sono quasi certo che forme di vita evolute , se non addirittura una o più civiltà abbiamo abitato , centinaia di milioni di anni prima della comparsa della vita sul nostro mondo , l’estinto pianeta H501 –
– Che cosa?- stavolta l’interruzione veniva da Grekl , uno stimano astrofisico della Piana D’argento – H501? – come può un ammasso di roccia e carbone, un tizzone di brace rovente che vaga nei dintorni del nostro sistema aver ospitato la vita ? Cazzo , lo chiama anche pianeta! Al massimo è un blocco di minerali! –
Horbis conosceva l’eccentricità del professore e le sue teorie rivoluzionare, ma un conto era averle esposte a volte ai suoi studenti al termine delle lezioni , poco prima di congedarsi , quasi come una confidenza , un racconto meraviglioso , tutto un altro paio di maniche era declamarle davanti a tutti e alla presenza di giornalisti ( seppur locali) e uomini di chiesa , i quali ora si dimenavano più di un branco di pesci senza acqua.
Il preside Rej era allibito , ma in fondo era anche contento , finalmente Kov si stava distruggendo la reputazione con le sue mani. L’odio per il docente era sia accademico che personale , accademico perché Rej non sopportava che quel tale , così stravagante e bizzarro , avesse un quoziente intellettivo non di poco superiore al suo , personale perché la Signora Kov , un tempo era stata la compagna di Rej.
-Se posso rispondere alla sua domanda- disse il relatore , il nostro sole, come lei di certo saprà , non era la gigante rossa che tutti oggi conosciamo come tale bensì una “nana gialla” . Aveva una massa di circa 1,9890 X 10 alla trentesima kg , era quindi notevolmente più piccolo di oggi e la sua temperatura in superficie era di circa 5770 K. Secondo delle recenti stime che mi sono permesso di fare , sempre che i signori qui presenti non ne facciano un cruccio personale , ( stava cominciando a spazientirsi perché non tollerava dibattiti come quello nei quali una delle due parti in discussione non aveva un minimo di collaborazione intellettuale ) , esso si trovava , in quella fase a circa 150.000.700 kilometri da H501. Ho motivo di credere che tale distanza , unita alla composizione della nostra stella , abbia fatto si che su tale pianeta si sia sviluppata la vita e forse una civiltà evoluta , perché no , addirittura simile ( per così dire ) alla nostra –
– Eresia!- tuonò stavolta Fregh – non le permetto di parlare in questo modo! –
– NO! – tuonò stavolta il professore – sono io che non le permetto più di interrompere la MIA conferenza , sono stato chiaro?! –
Il rettore era ammutolito , cosi come anche Joben e Horbis , forse gli unici veri seguaci di Kov , il docente era sempre stato un esempio di calma e ragionevolezza , raramente , anzi forse mai , era capitato loro di vedergli perdere le staffe in quel modo .
Per fortuna anche il portatore di luce era stato momentaneamente zittito e questo consentì al professore di proseguire.
-Inoltre volevo aggiungere – continuò con quel minimo di calma ritrovata , e sia ben chiaro che queste sono solo mie ipotesi , mie umilissime teorie e non obbligo nessuno a farne un dogma – che tra la distanza interposta tra il sole e H501 vi siano stati forse un altro o due pianeti che sono stati disintegrati dal passaggio della nana gialla a supernova dei quali non abbiamo nessuna traccia oggi e sui quali , forse , un paio di miliardi di anni ancora più indietro , possono essersi sviluppate le condizioni necessarie alla vita.
– Professore – intervenne finalmente Rej ( e non senza la solita punta di soddisfazione ) , io non approvo di certo le reazioni poco ortodosse rispetto al contesto in cui ci troviamo , da parte di alcuni membri della platea , lei però sta mettendo in discussione , senza reali e tangibili prove , il fatto che l’unico pianeta del sistema solare su cui sia mai stata presente la vita , o meglio la vita complessa , a quanto ci è dato di sapere , è il nostro mondo , Titano –
– Si , infatti , su nessun altro pianeta del sistema solare , è stato trovato nulla fino ad oggi – intervenne un altro astronomo – nemmeno su quello in cui riponevamo più speranze: il nostro pianeta madre , Saturno , di cui noi siamo solo un satellite -.
– Nessun grande passo è mai stato mosso dalla scienza senza che prima qualcuno abbia osato idee che , nel momento in cui furono espresse , non fossero sembrate folli! – disse il relatore stavolta alzando la voce
– Basta! – io me ne vado! – tuonò un anziano del gruppo dei religiosi staccandosi dal palo di zinco sul quale , fino a qualche momento prima era saldamente ancorato grazie alle micro ventose presenti in maniera uniforme sulla liscia pelle argentea-
– Signori ora basta ! – disse di nuovo il preside , ormai però il dibattito si era trasformato in una sorta di lite
– No, basta lo dico io! – terminò il professore staccandosi l’amplificatore dal cranio .
L’amplificatore ( nome tecnico : diffusore ad ampio spettro di onde cerebrali ) era uno strumento che permetteva ad un solo essere di gestire e comunicare telepaticamente in caso fossero presenti in maniera simultanea più di dieci soggetti impegnati nella medesima conversazione.
Gli abitanti di Titano infatti comunicavano solo attraverso onde mentali , il termine “voce” , per questi esseri senza ne bocca ne orecchie stava ad indicare il tono e la frequenza di tali onde.
La situazione era ormai ingestibile , ognuno diceva la sua senza rispettare ne tempi ne tantomeno le buone maniere, ma non tutti erano contrariati della cosa.
I giornalisti erano in parte stupefatti ed in parte entusiasti di poter dare una nota piccante alla tiepida notizia della conferenza la quale , senza un tale e inaspettato epilogo , sarebbe stata sicuramente tediosa a non finire.
Dato che nella sala stava per scoppiare un putiferio, Horbis lasciò l’ancoraggio del suo palo di zinco ed uscì all’aperto.
Un osservatore esterno e totalmente ignaro della realtà di Titano, ovviamente, affacciandosi nella sala conferenze , non avrebbe visto una folla in preda a grida e non avrebbe sentito alcun frastuono, per via della telepatia come solo mezzo di comunicazione, ma dinnanzi ai suoi occhi si sarebbe palesato un gruppo di creature, tra le quali alcune intente a trascinarsi da una parte all’altra della sala lasciando una sottilissima patina semi-trasparente al loro passaggio e altre che si dimenavano ancora avvinghiate al palo che fungeva loro da sostegno. Tali esseri muovevano freneticamente strani arti e si sbracciavano, anche se di braccia non si poteva parlare, i loro occhi umidi pulsavano come in preda ad una strana eccitazione , ma la cosa incredibile era che tutto ciò , per chi avesse avuto orecchie umane , era accompagnato da un quasi totale silenzio , spezzato solo da brevi schiocchi e rumori acquosi.
Il giovane rimase eretto sulla sola grossa protuberanza che sorreggeva un corpo glabro e lucente , le 4 lunghe appendici distese lungo il corpo.
Contento di aver lasciato la frenesia della sala conferenze , escluse mentalmente la rissa verbale che avveniva dietro di lui sì, anche questo erano in grado di fare, e si mise ad osservare il cielo.
L’enorme massa di Saturno con i suoi anelli ghiacciati era ben visibile sulla volta grigio-celeste , ed Horbis penso’ a H501 , quel misero ed inospitale resto di pianeta e non poteva certo immaginare che H501 altri non era che l’estinto corpo celeste che , innumerevoli millenni prima , veniva chiamato Terra.
Pensò anche che sarebbe stato bello se le parole del professore fossero state vere , se li’ , a quell’enorme distanza , miliardi di anni prima , qualcuno si fosse posto le sue stesse domande.
Note:
questo racconto ( spero che sia abbastanza riuscito da potersi almeno definire tale ) mi venne in mente una sera , mentre ero supino sul letto e per caso capitai su un canale che dava un documentario sui pianeti del nostro sistema solare. Nel filmato alcuni scienziati ipotizzavano ( o meglio azzardavano ) che quando il Sole muterà la sua forma in Gigante Rossa , distruggerà sicuramente Venere e Mercurio, ma la Terra potrebbe rimanere li’ dov’è ( ovviamente il calore ucciderà tutte le forme di vita e diventeremo solo un inutile roccia ) . Ipotizzavano anche che , aumentando di massa , il sole , avvicinandosi ad esempio a Titano , potrebbe modificare radicalmente la temperatura , la morfologia e la composizione del satellite di Saturno , sul quale , potrebbe in quel caso , nascere la vita , anche grazie allo scioglimento dei suoi ghiacciai .
Questo scenario sarebbe comunque “attuabile” circa 5 miliardi e mezzo di anni nel futuro
Ho pensato che sarebbe fantastico se sarà cosi’.
Alessandro Maramici, Ladispoli