Marco aveva dodici anni quando disse ai suoi genitori che desiderava entrare in Seminario.
Quell’anno aveva frequentato la prima media ed era stato bocciato, in un certo senso voleva rimediare a quella grossa delusione, voleva fare qualcosa di importante , qualcosa che lo distogliesse dal pensiero dell’insuccesso scolastico.
La madre, molto credente e praticante, ne fu particolarmente contenta mentre il padre un po’ di meno.

Qualche giorno dopo il suo annuncio, andarono a parlare con il Parroco che gli fece alcune domande ed anche se sembrava poco convinto, si impegnò con la madre, dicendo che avrebbe provveduto ad accompagnarlo ed iscriverlo al seminario della loro Diocesi. A quei tempi , la formazione seminaristica iniziava subito dopo le scuole elementari e una volta entrati, li aspettava una vita austera, di studio e preghiera, sotto una severa disciplina.

Non diventò mai sacerdote, il suo problema era lo studio, se era riuscito a superare la scuola media , il suo percorso nella scuola superiore divenne molto problematico e nonostante i docenti cercassero in tutti i modi di aiutarlo, i suoi risultati erano molto scarsi. Fu così, che giunto all’età di ventidue anni, al termine dell’anno scolastico che stava frequentando , il Rettore del Seminario , con le più belle parole possibili, gli comunicò che purtroppo, non era adatto alla missione del sacerdozio .

Tornato a casa, non gli restava che trovarsi un lavoro, e grazie all’aiuto del Rettore, trovò un impiego in città, in una piccola fabbrica di articoli per l’arredo e la decorazione della chiesa.

Tutto sommato, nel complesso si sentiva bene, aveva trovato un piccolo appartamento in affitto, il lavoro gli piaceva ed inoltre aveva iniziato a frequentare l’oratorio del quartiere. Sapendo dei suoi trascorsi in seminario , il Parroco gli diede l’incarico di catechista per i ragazzi delle medie, cosa che fece con molto impegno ed entusiasmo.

Gli anni passavano ,veloci , uno dopo l’altro, e la sua vita scorreva, un po’ monotona ma nel complesso tranquilla e serena . Aveva da poco superato i trentanni, quando arrivò all’oratorio una nuova catechista , una ragazza più o meno sua coetanea, molto carina e molto religiosa , si chiamava Silvana .

Marco fu colpito dalla sua riservatezza e dalla sua timidezza, sentimento, quest’ultimo, a cui anche lui non era immune. La incontrava tutte le Domeniche, alla messa del mattino, con i ragazzi e le ragazze e al pomeriggio per le lezioni di catechesi. La Domenica pomeriggio , terminate le lezioni , avevano cominciato a fermarsi al bar dell’oratorio, per prendere qualcosa da bere e scambiare quattro chiacchere .
Marco non aveva mai avuto una ragazza, non aveva mai neanche considerato la possibilità che gli potesse capitare una cosa del genere, lui che non aveva conosciuto e neppure cercato l’amore , questa volta, si accorse, che qualcosa dentro di lui cominciava in un certo senso a tormentarlo. Cominciò a non vedere l’ora, che arrivasse la Domenica, per poter vedere quel viso dolce e sorridente ed assaporare la musicalità delle sue parole, era bellissimo trascorrere il tempo con lei, parlando e ridendo per piccole cose e più le Domeniche passavano, più aumentava il tempo che loro due trascorrevano insieme al bar .

Arrivarono così , in modo naturale, anche ad uscire per fare quattro passi per la città ed un pomeriggio, andarono al cinema, a vedere il film di un regista che lei adorava. Durante la proiezione lei appoggiò il capo sulla sua spalla e teneramente appoggiò la propria mano sulla sua, Marco era emozionatissimo ma nel frattempo non sapeva cosa fare. Fu lei a prendere l’iniziativa, alzando la testa dalla sua spalla e raggiungendolo con un bacio sulla bocca, goffamente Marco l’abbracciò e allo stesso tempo sentì qualcosa di umido contro le sue labbra serrate, qualche santo in paradiso gli suggerì di schiudere la bocca e fu così, che le loro lingue si incontrarono e si cercarono.
Fu l’inizio della sua storia d’amore con Silvana, cominciarono a frequentarsi anche durante la settimana, uscendo insieme la sera per una pizza, un film o anche solo per fare una passeggiata.

Quando erano insieme Marco la baciava, l’accarezzava, le passava le mani sui capelli, la stringeva forte a sé ma non osava andare oltre, trent’anni di educazione religiosa lo tenevano lontano da iniziative a peccaminose ed impure …Silvana era a sua volta innamorata di Marco, un tipo carino, dolce, sincero che sapeva essere molto simpatico, il suo modo di fare piaceva ai ragazzi della catechesi e piaceva molto anche a lei.

Silvana però capiva, che in amore, Marco era decisamente un po’ impacciato, aveva intuito che in questo campo non aveva esperienza, e pensò che andasse conosciuto meglio, soprattutto nel profondo del suo modo di ragionare e di amare. Arrivò una sera in cui Silvana si fermò a casa di Marco e dopo aver preparato insieme una cena squisita e romantica, con la complicità di alcuni di bicchieri di vino , arrivò anche l’ora dell’amore.
Erano al buio, nudi nel letto, Marco teneva Silvana teneramente tra le braccia ed ogni tanto le baciava i capelli e la nuca.
Mentre stavano così, silenziosi ed abbracciati, i pensieri di Marco cominciarono a divagare. Cominciò con il pensare che era la prima volta che aveva fatto l’amore, che per la prima volta era nudo in un letto con a fianco una donna nuda, ma cominciò anche a pensare, che quella donna non era vergine e che non si era fatta alcun problema per questa sua condizione.
Indubbiamente, per lei era la normalità, d’altra parte, lui come poteva pensare che una ragazza di quasi trent’anni fosse ancora vergine, l’aveva letto anche su una rivista di chiesa, nella rubrica “lettere al direttore”, dove un lettore aveva scritto, che era anagraficamente impossibile, che una ragazza di quasi trent’anni, potesse essere ancora vergine.

Marco cominciò così ad essere curioso del suo passato e a domandarsi: quando avrà’ fatto la prima volta l’amore? con chi? con quanti? …
Fu Silvana che spontaneamente gli forni delle risposte, poiché cominciò a parlargli di se, delle sue esperienze passate, della sua prima storia d’amore, della sua seconda relazione con un uomo sposato e più’ anziano, ed ancora, di una terza con un collega di lavoro.
Anche Marco, quindi, parlò delle sue esperienze, non le andava di confessarle che lui , di esperienze non ne aveva fatte proprio ed allora si inventò una storia, le disse che lui, in passato era fidanzato con una ragazza , una giovane insegnante di lettere , lo disse così , mentì per sentirsi “alla pari”.

Purtroppo, in un certo senso, i conti non gli tornavano, come poteva essere alla pari con Silvana, lei aveva confessato di aver avuto più relazioni e relazioni di certo non platoniche mentre lui, mentre lui , soltanto quella che aveva partorito con la sua fantasia.
Cercò di scacciare quei pensieri, cercò di sostituirli con pensieri più positivi, perché in fondo era fortunato, aveva trovato la donna della sua vita, una donna bella, intelligente, che lo amava e con cui stava veramente bene.

Più passava il tempo, più l’amava e più stava bene con lei, ma sempre più spesso, nella sua testa si affacciavano brutti pensieri, veniva assalito da una sorte di gelosia nei confronti del suo passato sentimentale e principalmente sessuale.
Cominciò a farsi dei veri e propri film mentali, immaginandosela mentre faceva sesso, cercando di ricostruirne i luoghi, i dialoghi, le sue espressioni e suoi stati d’animo e queste fantasie gli provocavano delle vere e proprie crisi d’ansia , arrivava a sentirsi quasi soffocare, il tutto accompagnato poi da tristezza, depressione e anche rancore.

Silvana, cominciò ad accorgersi che qualcosa non andava con Marco , era certa che lui l’amasse, che stravedeva per lei , ma avvertiva anche, da alcune sfumature di certi suoi discorsi o in certe sue espressioni, una sorta di risentimento nei suoi confronti.
Marco aveva cominciato a farle domande sul suo passato, chiedendole a volte dei dettagli di tipo erotico e lei, ingenuamente, in un primo tempo lo aveva assecondato, credendo di fargli piacere, perché Marco dopo i suoi racconti, si metteva sonoramente a ridere, dando il messaggio che volesse conoscerle più che altro per scherzare e forse anche per eccitarsi un po’.

Ma giorno dopo giorno, la situazione cominciava a farsi pesante, le domande sul suo passato sessuale diventavano sempre più insistenti e le reazioni di Marco alle sue risposte, non erano più basate sulla risata, ma al contrario , poi si adombrava e parlava a monosillabi.
Silvana cominciò a capire che quella di Marco non era una curiosità scanzonata ma una vera e propria curiosità morbosa, ossessiva , oltretutto a volte si sentiva giudicata negativamente per il suo passato.

Marco senza mai dirglielo chiaramente in faccia , ma attraverso giri di parole, di fatto le comunicava disapprovazione per i suoi trascorsi sessuali, riuscendo a volte anche a ferirla profondamente.
Spesso Marco , rifletteva anche sulla sincerità di Silvana, com’era possibile, che non si fosse accorta di quanto lui fosse maldestro e quali saranno state le sue valutazioni , quando per forza di cose, lo avrà confrontato con i suoi ex partner .
D’altro canto, anche Silvana si poneva delle domande, continuava a chiedersi cosa mai Marco dovesse rimproverarle, il passato era il passato , e soprattutto era il suo passato ed a quei tempi lui non c’era, di certo Marco era affetto da una gelosi insana , una gelosia insana e immotivata .

Di fatto, si era ossessivamente focalizzato sull’aspetto sessuale delle sue precedenti relazioni , arrivando addirittura a chiederle descrizioni in merito alle posizioni, ai luoghi ed alla frequenza dei rapporti .
Silvana aveva cercato di capire che tipo di disturbo avesse Marco e cercando su internet scopri che soffriva di gelosia retroattiva, e al riguardo lesse uno scritto che la turbò molto e che diceva :
“Per il geloso retroattivo, non è importante che la partner si comporti correttamente nei suoi confronti, nel qui ed ora, che lo ricopra di attenzioni, che sia presente, amorevole e che soddisfi ogni tipo di bisogno. In ogni caso, la partner verrà giudicata sulla base delle sue storie e degli uomini avuti in precedenza e avrà sempre una connotazione negativa.”

Ovvero il suo passato viene giudicato come costellato da superficialità emotiva , da scarsa moralità , in altre parole, da errori ai quali non è più possibile porre rimedio.
Questo perché il filtro con cui viene valutato il passato della partner riflette la scala di valori e il modo di vedere la vita secondo il geloso, una visione, che ovviamente non coincide con quello della partner…
Mentre Marco lottava contro questa sua insana gelosia, contrapponendo razionalmente, ai cattivi pensieri , tutte le cose belle che Silvana rappresentava per lui , Silvana era giunta ad una decisione.

Fu così, che pur non riuscendo a trattenere lacrime e singhiozzi , gli comunicò la sua intenzione di troncare il loro rapporto, gli disse che non intendeva proseguire con una relazione dove si sarebbe sempre sentita giudicare negativamente , oltretutto per delle sue scelte del passato , scelte che aveva avuto tutto il diritto di fare, scelte che non lo riguardavano e che lui non aveva alcun diritto di criticare.

Invano, disperatamente, Marco cercò di convincerla che sarebbe cambiato, invano Marco si scusò per i suoi pensieri , per i suoi giudizi, poiché Silvana, fu irremovibile e dopo un forte abbraccio , lo lasciò.
I primi giorni senza Silvana furono terribili bui, ora non provava più angoscia o stato d’ansia per il passato ma bensì per il presente, si rese conto, di quanto fosse stato stupido e di cosa avesse perso, per quell’insana forma di gelosia , ora non avrebbe più visto Silvana, nemmeno all’oratorio perché nel frattempo, lei aveva interrotto la sua attività di catechista .

Passò del tempo e piano piano, Marco tornò alla sua vita di sempre, alla sua vita un po’ monotona ma nel complesso tranquilla.
Fu circa un anno dopo la fine della relazione che casualmente , tornando dal lavoro , incrociò Silvana mentre stava passeggiando a braccetto con un uomo e quando lo vide, gli sorrise e si fermò per salutarlo.

Silvana era bella come sempre, forse ancor di più di come se la ricordava , lei gli presento il suo accompagnatore, gli disse che era il suo fidanzato, che era un insegnante di lettere e che a fine del mese si sarebbero sposati.
Marco, balbettando ed in preda ad una sorta di devastazione emotiva , fece loro le sue più vive congratulazioni e dopo qualche breve scambio di convenevoli se ne tornò al suo appartamentino.

Quella notte i suoi insani pensieri tornarono a trovarlo, ritornarono quei suoi film mentali che mostravano Silvana fare sesso con i suoi ex, ma oltre al passato, cominciò a pensare anche al presente, chiedendosi : “chissà cosa staranno facendo in questo momento Silvana con il suo professore di lettere”.

Quella notte, nuovamente, tornarono gli attacchi di ansia , tornarono i mai sopiti sentimenti di frustrazione, rabbia e rancore nei confronti di Silvana, per il suo passato e ora anche per il suo presente , e ancora una volta , Marco si senti come soffocare…

𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍𝒐 𝑹𝒆𝒄𝒄𝒂𝒈𝒏𝒊, 𝑪𝒐𝒓𝒏𝒆𝒈𝒍𝒊𝒂𝒏𝒐 𝑳𝒂𝒖𝒅𝒆𝒏𝒔𝒆 (𝑳𝒐𝒅𝒊)

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