Fra chiese rupestri, jazzi e masserie. Questo è il riassunto della mia visita nella zona delle murgie materane. Come tanti ho approfittato della grande attenzione che si è concentrata su Matera per via del suo riconoscimento come Capitale europea della Cultura e ho deciso di visitarla insieme alla mia famiglia. Una gita di due giorni che mi ha visto andare insieme a mia moglie Gloria e ai miei figli Marta e Francesco in giro per le bellezze di Matera. Fra queste c’è sicuramente la visita al Parco della Murgia. Il percorso che abbiamo scelto si è incentrato sulla visita alle chiese rupestri e a svariati segni del passaggio dell’uomo in questi luoghi sin dalla notte dei tempi.
La nostra gentilissima guida ha deciso che la nostra partenza sarebbe stata al Centro visita di Murgia Timone che, grazie al suo belvedere, offre una vista imponente e maestosa dei sassi e della città antica. Da questo punto, con scarpe da ginnastica e pantaloni lunghi e resistenti, siamo riusciti a visitare, con grande interesse, lo Jazzo Gattini con la sua struttura rettangolare e in muratura che ospita una corte interna molto ma molto suggestiva. È qui dentro che viene anche ospitato il Centro di educazione ambientale di Matera con tante informazioni sulla biodiversità di queste zone. Da qui ci siamo spostati verso il Villaggio neolitico di Murgia Timpone con la sua trincea naturale e il fossato a forma di otto. I miei ragazzi hanno riempito i telefonini di foto con quel numero infinito che ricorda, fra l’altro, anche il titolo dell’ultimo disco dei Subsonica che è la loro band preferita. Mia moglie mi teneva il braccio stretto, stretto per paura delle vertigini. Il nostro viaggio familiare a piedi è proseguito, poi, verso Villaggio Trincerato, San Falcione e siamo arrivati sino alla Madonna delle Tre Porte. Un viaggio intenso che è piaciuto a tutta la mia famiglia.
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newleggo