A Rashid, da cui è nato tutto,
a Chris, Keely e Ben, per l’aiuto nel corso degli anni,
a Keif (che rimane lo scrittore più bravo della famiglia),
alla mia Fagiolina, che dà un senso a ogni cosa,
a Norman, per il sostegno indescrivibile,
a papà, che mi ha dato l’esempio,
e a mamma, che non ha fatto in tempo a vedere il libro
ma ne sarebbe stata orgogliosa.
GEORGE GRECIA JR.
Bitches Brew, il capolavoro di Miles Davis che ha rivoluzionato il jazz, di George Grella Jr. narra dell’esperienza vissuta dallo stesso autore ed un suo amico (all’epoca entrambi quindicenni) che per la prima volta si approcciano all’ascolto del leggendario disco.
Casa editrice indipendente italiana Maximum Fax.
Non proprio “pischelli” in ambito musicale, i due giovani adolescenti subiscono tutto il fascino del progresso armonioso che sconvolge da circa cinquant’anni il panorama discografico e commerciale ma principalmente quello artistico del jazz.
“Quello del jazz come musica «classica» è un cliché privo di senso: il jazz non ha alcun bisogno di sigilli paternalistici” e ancora “E l’arte americana più radicata nella tradizione orale è proprio il jazz”.
Bitches Brew, album doppio di Miles Davis pubblicato nel marzo del 1970 in collaborazione con Teo Macero e la cooperazione di musicisti quali: Wayne Shorter, John McLaughlin, Joe Zawinul, Chick Corea.
“Il risultato fu un’opera d’avanguardia dotata di soul e ritmo, musique concrète ballabile, rock che spazzava via l’autocompiacimento del jazz, jazz che scimmiottava i limiti del rock. Odiato da chi lo ama, amato da chi lo odia, l’una e l’altra cosa, nessuna delle due, tutte e due e ancora di più”.
L’autore trascrive con passionalità le varie fasi musicali prima e dopo il grande componimento e successo di Davis. Analisi attenta e critica ma, allo stesso tempo, non completamente al di sopra delle parti: “Suonava sempre con sincerità, era un solista intensamente ed eroticamente intimo: ascoltandolo, sentivi i suoi pensieri, e lui ti raccontava «le cose come stavano»”
Sì percepisce l’enorme interesse e l’immediato incanto che il disco ha suscitato nel suo modo di vivere e nel modo di vivere dell’intero genere umano. Trasformando, come solo la musica sa fare, un pensiero, una visione, la nostra stessa esistenza.