Una scuola di lettura per portare nel mondo la “musica poetica” di Dante. A invocarla è stato Roberto Benigni, che ha aperto oggi pomeriggio l’evento organizzato in diretta social dall’Università di Macerata, in collaborazione con il Liceo classico “Leopardi”, per presentare in anteprima nazionale il terzo capitolo del progetto editoriale dedicato alle letture dantesche dell’attore e regista toscano.
Progetto in tre volumi, editi dalla Franco Cesati, che ha preso le mosse nel 2015 su iniziativa di Franco Musarra, professore emerito di letteratura italiana all’Università Cattolica di Lovanio, originario di Apiro. L’intervento di Benigni è stato preceduto dai saluti del rettore Francesco Adornato e della direttrice del Dipartimento di Scienze della formazione, beni culturali e turismo Lorella Giannandrea, a concludere invece le riflessioni di Donato Pirovano, docente di filologia e critica dantesca all’Università di Torino. Un appuntamento che si inserisce nelle celebrazioni per i 700 anni dalla porte del Sommo Poeta. “Vorrei tanto che in Italia ci fosse una scuola di lettura, così come l’America manda nel mondo i suonatori di jazz, noi dovremmo mandare nel mondo la nostra musica poetica più possente che è quella di Dante”, ha spiegato Benigni. “Dovremmo avere – ha sottolineato – una scuola che insegni a suonare lo strumento delle corde vocali, delle note, della musica e dei suoni di Dante, sono stupito per il fatto che una scuola così non ce l’abbiamo, dovremmo davvero fare un passo avanti”. L’attore si è soffermato in particolare sull’uso degli accenti che l’Alighieri fa nella Divina Commedia: “Non si sa come leggere Dante, l’uso dell’io e dell’endecasillabo come si pronuncia? Come si declama? Come lo si legge? Non è facile”. E più in generale, Benigni ha ricordato che “nessuno insegna come si leggono tutti gli accenti della lingua italiana”. Parlando della Divina Commedia, il regista e protagonista de “La vita è bella”, ha spiegato che è “un viaggio della nostra vita, è come uno specchio che riflette e ci fa vedere le parti belle e brutte, per questo non è mai passata di moda”. “Ai ragazzi dico buttatevici dentro, fatevi leggere e scoprirete che è un viaggio per l’essenza della vostra vita. Vi divertirete da morire. Leggere la Divina Commedia è come andare in una soffitta e scoprire tutto di voi stessi”, ha detto Benigni parlando agli studenti che hanno seguito l’evento sui canali social dell’ateneo. “Dante Alighieri, Omero, Shakespeare e Cervantes sono le quattro colonne al di sopra della grande letteratura, sulle quali si regge tutta la nostra visione del mondo occidentale”, ha aggiunto l’attore. Che nei saluti iniziali ha omaggiato Macerata: “Una città letteraria per eccellenza, gioiosa e meravigliosa – ha detto – Se trovassi una casetta a Urbisaglia, ci verrei ad abitare molto volentieri”.