La vita, la memoria, non sono altro che raccolte di storie in ordine sparso.
Raccontare è del resto la forma stessa in cui noi esseri umani preserviamo non solo le nostre esperienze, ma quelle degli altri, la Storia – con la maiuscola – o le identità dei luoghi.
Proprio per questo il Parco Nazionale della Sila ha deciso di sfidare i suoi visitatori a trasformarsi in “Silareporter”, raccontando le proprie esperienze e le emozioni provate durante un soggiorno all’interno dell’area protetta, cosa li ha colpiti, quello che magari li ha spinti a tornare. Dai block notes lasciati in vari esercizi selezionati, al sito, alla mail, ai social network sarà possibile lasciar traccia del proprio passaggio in questi luoghi in tanti modi differenti.
Potrete usare qualsiasi mezzo espressivo più vi aggradi, dalla penna alla macchina fotografica, fino alla videocamera.
Il sito www.silastorytelling.it farà poi da centro di raccolta, da «libro» del XXI secolo, e tutti i racconti, i resoconti e le storie inviate resteranno nell’archivio del Parco Nazionale della Sila. Una selezione di quelle più suggestive verrà, a progetto concluso, pubblicata in un agile volumetto. Cosa aspettate? Temperate le matite, aprite la moleskine e date sfogo alla vostra vena creativa!
Per partecipare e per condividere insieme a noi la tua esperienza e visione della Sila basta compilare il form che trovi sul sito www.silastorytelling.it e seguirci sulle pagine social di Facebook, Instagram e Twitter.
Racconta, scatta e filma!
Dal 12 marzo sarà on line il primo spot del progetto www.matera2019storytelling.it.
Lo spot, ideato e prodotto da Officine delle Idee in collaborazione con l’azienda Amarelli, leader mondiale nel settore della liquirizia, è stato realizzato nel centro storico di Matera e fra i sassi del Parco della Murgia Materana coinvolgendo la popolazione locale e i tanti turisti presenti in città.
Nello spot, della durata di 50 secondi si vedono in primo piano le parole chiave di Matera2019Storytelling: Identità, Narrazione, Comunità, Cultura e, soprattutto, Radici.
Infatti, è proprio una radice la protagonista, la radice di liquirizia, quella con cui una mano scrive queste parole ed è una radice di liquirizia quella che i protagonisti dello spot si passano fra loro.
Le radici non solo come elemento portante di ogni comunità, ma anche come mezzo di trasferimento del patrimonio identitario fra le generazioni e come punto di partenza per il confronto e la condivisione tra le diversità culturali.
Officine delle Idee e Amarelli, insieme con questo spot, per il grande evento che vede la città di Matera Capitale Europea della Cultura, per conservare e condividere l’eredità culturale, l’identità e quindi le radici.
Lo spot verrà proiettato, in anteprima, il 12 marzo nello Spazio Confindustria nell’Ipogeo San Francesco a Matera nel quale sarà esposta la mostra “Amarelli: le radici della nostra Storia”.
Www.matera2019storytelling.it è un meccanismo innovativo di promozione culturale circolare, ideato e realizzato dalla società cooperativa Officine delle Idee.
È il mezzo attraverso cui i turisti, i visitatori, i cittadini di Matera avranno l’opportunità di raccontare le proprie esperienze trasformandosi in narratori. Invogliando chi viene a conoscenza di questa esperienza a ripeterne il percorso e a documentarlo a sua volta, incentivando così il racconto collettivo e corale.
Un progetto utile per le istituzioni che avranno la possibilità di fare percorsi ancor più condivisi con la società civile, le imprese e tutti gli attori pubblici e privati coinvolti nella programmazione e gestione del patrimonio e dell’eredità culturale, ma anche un progetto che vuole promuovere sinergie tra Matera 2019 Capitale Europea della Cultura e le altre regioni del sud Italia, utilizzando la leva del viaggio e del suo racconto per incentivarne il coinvolgimento.
A tal proposito a breve verranno pubblicati sul sito i primi itinerari tematici individuati dalla redazione di www.leggoscrivo.com e dalla redazione di www.giornaledelviaggio.it insieme con il gruppo di lavoro di TEO (il turismo dell’esperienza e dell’ospitalità) che congiungeranno Matera con le altre regioni del sud Italia come offerta turistica di prossimità.
Partecipare al progetto “Matera 2019 Storytelling” è semplicissimo, basta andare sul sito www.matera2019storytelling.it, visionare il regolamento e inviare il proprio racconto.
Dal 12 marzo sarà on line il primo spot del progetto www.matera2019storytelling.it.
Lo spot, ideato e prodotto da Officine delle Idee in collaborazione con l’azienda Amarelli, leader mondiale nel settore della liquirizia, è stato realizzato nel centro storico di Matera e fra i sassi del Parco della Murgia Materana coinvolgendo la popolazione locale e i tanti turisti presenti in città.
Nello spot, della durata di 50 secondi si vedono in primo piano le parole chiave di Matera2019Storytelling: Identità, Narrazione, Comunità, Cultura e, soprattutto, Radici.
Infatti, è proprio una radice la protagonista, la radice di liquirizia, quella con cui una mano scrive queste parole ed è una radice di liquirizia quella che i protagonisti dello spot si passano fra loro.
Le radici non solo come elemento portante di ogni comunità, ma anche come mezzo di trasferimento del patrimonio identitario fra le generazioni e come punto di partenza per il confronto e la condivisione tra le diversità culturali.
Officine delle Idee e Amarelli, insieme con questo spot, per il grande evento che vede la città di Matera Capitale Europea della Cultura, per conservare e condividere l’eredità culturale, l’identità e quindi le radici.
Lo spot verrà proiettato, in anteprima, il 12 marzo nello Spazio Confindustria nell’Ipogeo San Francesco a Matera nel quale sarà esposta la mostra “Amarelli: le radici della nostra Storia”.
Www.matera2019storytelling.it è un meccanismo innovativo di promozione culturale circolare, ideato e realizzato dalla società cooperativa Officine delle Idee.
È il mezzo attraverso cui i turisti, i visitatori, i cittadini di Matera avranno l’opportunità di raccontare le proprie esperienze trasformandosi in narratori. Invogliando chi viene a conoscenza di questa esperienza a ripeterne il percorso e a documentarlo a sua volta, incentivando così il racconto collettivo e corale.
Un progetto utile per le istituzioni che avranno la possibilità di fare percorsi ancor più condivisi con la società civile, le imprese e tutti gli attori pubblici e privati coinvolti nella programmazione e gestione del patrimonio e dell’eredità culturale, ma anche un progetto che vuole promuovere sinergie tra Matera 2019 Capitale Europea della Cultura e le altre regioni del sud Italia, utilizzando la leva del viaggio e del suo racconto per incentivarne il coinvolgimento.
A tal proposito a breve verranno pubblicati sul sito i primi itinerari tematici individuati dalla redazione di www.leggoscrivo.com e dalla redazione di www.giornaledelviaggio.it insieme con il gruppo di lavoro di TEO (il turismo dell’esperienza e dell’ospitalità) che congiungeranno Matera con le altre regioni del sud Italia come offerta turistica di prossimità.
Partecipare al progetto “Matera 2019 Storytelling” è semplicissimo, basta andare sul sito www.matera2019storytelling.it, visionare il regolamento e inviare il proprio racconto.
Ideato da Officine delle Idee è il modo con cui turisti e appassionati potranno raccontare la loro esperienza a Matera.
Un progetto per creare una narrazione differente di Matera 2019, oltre il racconto giornalistico, che coinvolga direttamente il visitatore e la popolazione locale: è Matera 2019 Storytelling, un portale che ha avuto il patrocinio della Lucana Film Commission, ideato da Officine delle Idee insieme alla redazione del sito www.leggoscrivo.com. Per dare vita non solo ad un contenitore di racconti ma anche ad uno spazio documentale in grado di rappresentare i cambiamenti sociali che l’esperienza di Matera Capitale Europea della Cultura determinerà sulle popolazioni locali e sui contesti territoriali su cui l’evento andrà a interagire.
“Matera 2019 Storytelling” è un meccanismo innovativo di promozione culturale circolare. È il mezzo attraverso cui i turisti, i visitatori, i cittadini di Matera avranno l’opportunità di raccontare le proprie esperienze trasformandosi in narratori invogliando chi viene a conoscenza di questa esperienza a ripeterne il percorso e a documentarlo a sua volta incentivando così il racconto
collettivo e corale. I modi con cui si potrà partecipare sono diversi: dalla scrittura alla macchina fotografica, dalla videocamera al cellulare o altro.
Un progetto utile per le istituzioni che avranno la possibilità di fare percorsi ancor più condivisi con la società civile, le imprese e tutti gli attori pubblici e privati coinvolti nella programmazione e gestione del patrimonio e dell’eredità culturale. “Matera 2019 Storytelling” è stato strutturato, inoltre, per creare proficue sinergie con i territori confinanti. Infatti, attraverso degli itinerari tematici si coinvolgeranno sia le regioni che confinano con la Basilicata sia altri territori che si trovano nel Mediterraneo.
Partecipare al progetto “Matera 2019 Storytelling” è semplicissimo, basta andare sul sito www.matera2019storytelling.it, visionare il regolamento e inviare il proprio racconto.
Sila Storytelling parla al mondo e a tutte le sue comunità. Sila Storytelling è il progetto che permette di fare marketing condividendo esperienze che il Parco Nazionale della Sila ha messo in campo.
Si è tenuto nei giorni scorsi nella sede del Parco Nazionale della Sila a Lorica l’evento di presentazione delle attività svolte e i risultati ottenuti con la partecipazione del Commissario Straordinario dell’Ente Sonia Ferrari, del direttore Giuseppe Luzzi, di Antonio Blandi di Officine delle Idee, del direttore di LaCnews24 Pasquale Motta e dello storico e critico d’arte Gemma Anais Principe.
Sila Storytelling è il laboratorio di esperienze sulla Sila animato da turisti, cittadini e viaggiatori grazie alle loro storie e alle loro esperienze. Turisti, persone del luogo, che hanno colto in pieno il senso del progetto e che hanno sentito l’esigenza di raccontare ad altri la propria esperienza in Sila.
Ma non solo.
Riscontri ci sono stati anche da chi la montagna la vive ogni giorno e questo sta a dimostrare quanto Sila Storytelling vada nella giusta direzione: è tramite il racconto che una comunità si fa conoscere e si riscopre. E da questo punto di vista, i risultati ottenuti fino ad ora, vanno in questa direzione.
Dagli elaborati ricevuti si estrapola la voglia di partecipare ed emerge la condivisione attraverso la scrittura come necessità: quella di dire “io c’ero”, “io ho vissuto tutto questo” e, soprattutto, “ecco a voi la Sila che ho visto”.
Tutto restituisce al lettore che, ancora non ha partecipato, la voglia di scoprire ciò che ha letto e di farlo scoprire a propria volta.
«Sila Storytelling – ha detto il commissario del Parco Nazionale della Sila Sonia Ferrari – è un progetto in itinere, bellissimo e fortemente voluto da noi. Si tratta di un progetto emotivamente coinvolgente. Fare marketing condividendo esperienze significa che noi vogliamo narrare il territorio attraverso delle voci che non siano quelle del Parco e delle istituzioni ma quelle dei protagonisti, di chi vive la Sila quotidianamente o occasionalmente. Vogliamo presentare al pubblico una Sila con una immagine più coinvolgente».
«Il Parco cresce sempre di più e il merito va a Sonia Ferrari perché da quando è qui ha fatto sì che continuasse la mission del Parco: la tutela della biodiversità e la promozione dei nostri luoghi – aggiunge Giuseppe Luzzi, direttore del Parco – Un giorno il commissario mi parlò del progetto di storytelling e abbiamo dato vita a questa iniziativa. Il marketing e la valorizzazione del territorio sono sempre stati a cuore alla dirigenza di questo ente. Mi auguro che questo commissario diventi presidente per il lavoro fatto sino ad ora. La Regione e il ministero sanno il grande lavoro che si è fatto. Sila Storytelling è un punto di partenza e non di arrivo da esporre in altre realtà».
«Siamo davvero molto entusiasti – dice Antonio Blandi che guida Officine delle Idee mentre fa scorrere, alle sue spalle, i contenuti del sito www.silastorytelling.it – Sila Storytelling è il primo e unico lavoro strutturato sullo storytelling fatto da un ente pubblico in maniera sistemica. Nasce come antica tecnica pubblicitaria ma la novità sta, appunto, nel fatto che un ente come il Parco Nazionale della Sila cerchi di creare un sistema di collegamento fra turisti, popolazione e istituzione stessa in maniera scientifica.
Sila Storytelling diventa un sistema di marketing consolidato, è l’idea di una comunità che partecipa alle idee di sviluppo, crea coesione e, soprattutto, fa vedere ciò che vogliono conoscere le persone. Tutto questo è un lungo lavoro antropologico molto interessante.
Abbiamo rilevato dai racconti ricevuti che il turista della Sila sente suo questo territorio entrando in empatia con i luoghi. Nel proseguo del progetto c’è la volontà di coinvolgere oltre ai 21 Comuni del Parco anche quelli che rientrano nella Riserva MaB Sila Unesco e inoltre presto porteremo nelle scuole il progetto facendo diventare gli studenti giovani reporter della Sila».
«Sila Storytelling – spiega lo storico e critico d’arte Gemma Anais Principe – entra a pieno diritto nelle competenze richieste dall’Unione Europea per l’apprendimento e la consapevolezza del patrimonio culturale. È uno strumento di conoscenza e di trasferimento delle competenze che l’Europa ci richiede. Questo progetto riesce a trasmettere alle nuove generazioni l’amore per il proprio territorio».
«Oggi non ci può essere informazione tradizionale se non la affianchiamo ad un adeguato sistema di comunicazione delle informazioni – analizza il direttore di LaC24news Pasquale Motta – La Calabria ha il problema che ogni giorno lotta con due narrazioni: quella negativa e quella positiva. Purtroppo la prima, quasi sempre, vince sulla seconda. Il Parco della Sila e Officine delle Idee hanno fatto un ragionamento innovativo e vincente con questo progetto. Questa è la chiave giusta e può fare scuola per gli altri territori calabresi. Dobbiamo raccontare perché si deve venire in Calabria e l’informazione tradizionale ha il compito di sostenere queste iniziative innovative».
Sembra a volte di trovarsi in Canada o in Norvegia, eppure chi lo avrebbe mai detto che una regione all’estremo sud, dove il clima dovrebbe ricordare quello dei Caraibi, non presenta solo queste caratteristiche ma ben altre la completano, boschi infiniti e vari che regalano alla vista forti emozioni.
La Sila è bella ovunque, dalla Piccola alla Grande e alla Greca, si passa dai castagni agli abeti, dai faggi ai pini larici e qui puoi incontrare varie specie di animali, tra i quali uccelli rapaci e non, mammiferi come la volpe e il cervo.
Una delle risorse davvero importanti che dà un contributo non indifferente alla nostra biodiversità è lo Scoiattolo Meridionale (Sciurus Meridionalis).
Scoperto di recente come “nuova specie”, è molto raro nonostante sia di facile osservazione, ma credo sia motivo di orgoglio per tutti, appassionati o meno della natura, perché è una specie autoctona, una specie a sé, ben distinta dagli altri tipi più classici di scoiattolo che si conoscono.
Simpatico animaletto, ormai non teme la presenza dell’uomo ed è bello passeggiare nei sentieri del parco e osservarli mentre in modo acrobatico balzano da un albero all’altro oppure salgono su e giù velocemente dai tronchi.
Questo deve farci riflettere su quanto sia importante tutelarli e soprattutto rispettarli, sono creature stupende, che completano un patrimonio naturalistico come quello della Sila.
Comunque devo dire che sono d’accordo con mia moglie, quando bisogna scegliere un albergo dobbiamo chiedere che tipo di colazione viene offerta.
Lo so che per qualcuno sembra un’esagerazione, ma per chi come me va in vacanza per pochi giorni all’anno, come si comincia la mattina ha un valore imprescindibile.
E quest’anno nonostante abbia trascorso solo pochi giorni in Sila sono stato costretto a dormire in due posti differenti distanti qualche chilometro.
Primo albergo, bello e accogliente, la colazione proposta: fette biscottate, marmellata in vaschette di produzione industriale, croissant chissà di quale marca, Nutella, succo di arancia industriale, latte a lunga conservazione.
In Sila il latte a lunga conservazione? Ho chiesto all’albergatore mi scusi fuori ci sono migliaia di mucche che pascolano e voi mi fate bere il latte a lunga conservazione?
Abbiamo preso armi e bagagli e ci siamo trasferiti subito.
Pochi chilometri percorsi in auto ed ecco un altro albergo, anche questo bello e accogliente, e arriviamo alla colazione: fette di pane casareccio, marmellate fatte in casa, burro artigianale, spremuta di arance di Corigliano, latte fresco della centrale del latte, e soprattutto la pitta ‘mpigliata. La pitta ‘mpigliata impossibile da spiegare in poche parole la sua bontà un dolce buonissimo con noci, uva passa, miele, una cosa meravigliosa!
Devo dire c’era pure una frittata, della soppressata e del caciocavallo… ma io sono siculo e faccio una colazione tradizionale all’italiana.
Comunque abbiamo cominciato la colazione alle 9 e abbiamo finito alle 11,00.
Che bellezza la Sila. Paesaggi infiniti, accoglienza, buona cucina, un vero e proprio tesoro ancora tutto da scoprire.
Dimenticavo, sulla strada del ritorno abbiamo portato al primo albergo una cesta con i prodotti che abbiamo mangiato a colazione giusto per “dare il buon esempio”.
La colazione perfetta …chi ben comincia…
Vado in Sila da più di 30 anni, è cambiata molto dalla prima volta, adesso ci sono tanti ristoranti, alberghi, servizi vari, però una cosa non è cambiata: il suo panorama.
Ancora adesso è possibile vedere queste mandrie di vacche podoliche che vagano per le valli oppure stanno distese nei campi silani. Arrivano qui ogni anno nel periodo tra maggio e giugno per poi riscendere al mare nel mese di settembre, la cosiddetta transumanza.
Nonostante la disponibilità di mezzi di trasporto, ancora adesso molti accompagnano le mandrie attraverso gli antichi tratturi o come le chiamavano i pastori, le vie pubbliche.
Un’esperienza veramente unica che secondo me almeno una volta nella vita va vissuta in prima persona. Superato il primo momento di entusiasmo quando si parte nella parte più pianeggiante che di fatto è una semplice escursione a piedi, il percorso diventa molto impegnativo.
La fatica e le difficoltà via via aumentano.
Le vacche si inerpicano per sentieri irti e a volte pieni di spine, con un passo per niente lento, difficile per chi non è allenato stargli dietro.
Dopo un po’ alla fatica subentra una sorta di euforia bisogna però lasciarsi andare, dimenticarsi le comodità e cominciare ad apprezzare anche i piccoli dolorini dovuti sia dalla tensione muscolare che dalle punture di spine, il caldo, le mosche che ti ronzano attorno, la polvere che viene smossa dal passaggio delle mandrie.
Di fatto bisogna entrare in perfetta sintonia con le mandrie e vedere questo percorso come una sorta di “ascensione spirituale”. Questo è ciò che ha rappresentato per me la breve transumanza che ho percorso con alcuni pastori del Marchesato crotonese.
Uomini di poche parole, grandi lavoratori, che mi hanno accolto con curiosità e un po’ di diffidenza iniziale dovuta al fatto che nella prima ora sono stato sempre a lamentarmi. Poi, dopo aver compreso lo spirito del viaggio, ho cominciato a partecipare alla transumanza non da semplice spettatore ma da aiutante “mandriano”, allora tutto è cambiato per loro e per me soprattutto.
Ho imparato che certe esperienze, per apprezzarle fino in fondo, vanno vissute in prima persona e non da semplici spettatori.
Il mio incontro con la Sila lo devo ad un certo Gioacchino, conosciuto nei banchi di scuola al liceo classico. Come sempre i migliori amici ci vuole un po’ di tempo per farteli diventare simpatici.
Gioacchino è uno di questi, sempre un po’ cazzilluso, controcorrente, visionario, però in grado di farti fare dei viaggi fantastici.
Proprio per seguire le sue tracce quest’anno ho deciso di portare tutta la famiglia nel Parco nazionale della Sila dove Gioacchino da Fiore è nato circa nel 1130 e sì perché dimenticavo di presentarvi come si deve il mio amico Gioacchino: abate, teologo, scrittore, profeta pittorico, veggente, ecc.
Un viaggio quindi a metà tra vacanza e studio.
La prima meta è Jure Vetere ho solo un giorno a disposizione e voglio cominciare questo viaggio dal luogo più rappresentativo dove lui ha costruito il suo monastero, di cui restano poche tracce, per cercare di comprendere al meglio il percorso della sua esistenza e ricerca spirituale.
Lungo il percorso ci fermiamo a Celico per visitare la casa natia, bellissimo sul citofono c’è scritto “Gioacchino da Fiore” quindi viene spontaneo suonare e la cosa bella è che si affaccia una signora che ci fa accomodare per visitare la casa dove sono ancora presenti alcuni cimeli insieme ad altri elementi della religione cattolica.
Una guida turistica veramente inusuale quanto affascinante.
Devo dire non è che in paese si siano sforzati particolarmente a valorizzare questo concittadino illustre, comunque nella filosofia del viaggio ci sta perché il fatto di non trovare celebrazioni particolari fa rimanere intima la vacanza.
Da qui siamo quindi ripartiti per Jure Vetere. Di proposito abbiamo deciso di percorrere la vecchia strada provinciale, un susseguirsi di curve e di paesaggi entusiasmanti.
Mai come in questi casi benedette siano le curve, che non solo ti obbligano a camminare piano ma diventano il pretesto per alimentare la “suspense turistica”.
Arrivati a Monte Scuro, dove si imbocca la strada delle vette (percorribile in macchina quando non c’è la neve), ci siamo quindi diretti a Lorica dove abbiamo visitato il romitorio in cui Gioacchino faceva tappa lungo il percorso che lo portava a Jure Vetere.
Da qui costeggiando il lago Arvo siamo arrivati quindi a destinazione. Sono solo dei resti quelli che sono sopravvissuti al tempo e all’incuria, ma trasmettono sicuramente molta energia.
Non per niente questo luogo è spesso teatro di temporali con lampi e tuoni impressionanti.
Da qui si vede il mar Jonio, l’oriente.
Certo, un posto non scontato per erigere un monastero e ripensando agli scritti, ai disegni di Gioacchino penso che questo luogo celi importanti storie ancora sconosciute.
Gioacchino da Fiore una storia ancora tutta da scrivere.