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Il progetto www.matera2019storytelling.it va avanti e si arricchisce di una nuova tappa. Pubblichiamo, infatti, la sintesi delle interviste che abbiamo realizzato in questi mesi per raccontare Matera Capitale europea della Cultura 2019.In questo video abbiamo raccolto le sensazioni di turisti e viaggiatori. Insieme a loro anche lo sguardo dei materani che assistono ai cambiamenti della loro città.Ci sono tante reazioni positive intorno a tutto ciò che riguarda la città Capitale europea della Cultura e ci sono anche commenti che consigliano miglioramenti ulteriori. Un’analisi che il progetto Matera2019Storytelling mette a disposizione delle comunità coinvolte in questo evento e non solo. Questa è una delle tappe che arricchiscono il percorso di www.matera2019storytelling.it.

Il sito www.matera2019storytelling.it è un meccanismo innovativo di promozione culturale circolare, ideato e realizzato dalla società cooperativa Officine delle Idee. È il mezzo attraverso cui i turisti, i visitatori, i cittadini di Matera avranno l’opportunità di raccontare le proprie esperienze trasformandosi in narratori. Invogliando chi viene a conoscenza di questa esperienza a ripeterne il percorso e a documentarlo a sua volta, incentivando così il racconto collettivo e corale.

Un progetto utile per le istituzioni che avranno la possibilità di fare percorsi ancor più condivisi con la società civile, le imprese e tutti gli attori pubblici e privati coinvolti nella programmazione e gestione del patrimonio e dell’eredità culturale, ma anche un progetto che vuole promuovere sinergie tra Matera 2019 Capitale Europea della Cultura e le altre regioni del sud Italia, utilizzando la leva del viaggio e del suo racconto per incentivarne il coinvolgimento.

Partecipare al progetto “Matera 2019 Storytelling” è semplicissimo basta andare sul sito www.matera2019storytelling.it, visionare il regolamento e inviare il proprio racconto.

Ora che è finita la serie tv de “Il Trono di Spade” come faranno gli appassionati di Got? Possono tranquillamente consolarsi rileggendosi la saga scritta da George R. R. Martin, coinvolto in prima persona nella produzione tv del Trono di spade.

Tutto ha inizio da “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” (“A Song of Ice and Fire”, in originale), comprensiva, nell’edizione americana, di sette volumi. Il primo, “Il gioco del trono” (A Game of Thrones, titolo orginale della serie televisiva di Hbo), fu pubblicato nel 1996. Nel corso degli anni sono seguiti “A Clash of Kings”; “A Storm of Swords”; “A Feast for Crows” e “A Dance with Dragons”. Proprio questi ultimi due, come è noto ai fan della saga, non corrispondono al finale della serie tv visto che gli ultimi due libri sono in corso di scrittura dal 2011 e la data di uscita è stata rimandata diverse volte.

george r r martin
George R. R. Martin autore della saga

In Italia, l’editore principale dei romanzi di Martin è Mondadori che ha deciso di dividere il racconto in 12 libri: “Il Trono di Spade (Vol I)”; “Il grande inverno (Vol II)”; “Il regno dei lupi (Vol III)”; “La regina dei draghi (Vol IV)”; “Tempesta di spade (Vol V)”; “I fiumi della guerra (Vol VI)”; “Il portale delle tenebre (Vol VII)”; “Il dominio della regina (Vol VIII)”; “L’ombra della profezia (Vol IX)”; “I guerrieri del ghiaccio (Vol X)”; “I fuochi di Valyria (Vol XI)” e “La danza dei Draghi (Vol XII)”. Proprio in virtù della serie tv trasmessa in Italia da Sky, Mondadori ha deciso di ripubblicare i romanzi seguendo però l’ordine voluto dall’autore “riducendoli” a cinque con il titolo “Il Trono di spade” e numerandoli progressivamente.

Che vi sia piaciuta o no il finale televisivo, potete ripercorrere i grandi inverni grazie ai libri.

Dalla Calabria alla Basilicata jonica ci si mette più di quanto uno possa pensare. Problemi atavici di viabilità che sono imputabili all’uomo e non ai posti certo. È un viaggio che ti fa attraversare il mare, le colline e le montagne. Questo è stato il mio viaggio verso Matera da Rogliano. Dalla Valle del Savuto alla Murgia materana sono circa tre ore di macchina. Con i trasporti pubblici è un po’ complicato ma quando riusciranno, finalmente, a finire questa stazione ferroviaria a Matera centro sono sicuro che tutto migliorerà. Il viaggio sarà pure estenuante ma è di una bellezza rara. Passi dal mar Jonio calabrese per arrivare a quello lucano. Poi inizi a inerpicarti sulle colline che sembra d’essere in qualche landa degli Stati Uniti dove i vecchi hanno una ricetta storica che si tramanda da generazioni per realizzare il malto più pregiato. Superato questo, inizi ad arrampicarti verso Matera. Guardi l’hinterland più urbano ma mentre sali ancor di più trovi che tutto sia fatto di “sasso”. Il tufo imperversa sul Sasso Caveoso e sul Sasso Barisano. Ma che queste siano bellezze che tutto il mondo deve conservare e apprezzare lo si sa già. Quello che mi ha dato la tappa nella Capitale europea della Cultura è stata la possibilità di riscoprire una parte di sud più romantico che ignoravo.

È morto lo scrittore, Nanni Balestrini. Lo comunica con un post su Facebook la casa editrice Derive e Approdi che pubblica anche una sua immagine: “È con tristezza e dolore – si legge – che informiamo della scomparsa di Nanni Balestrini. Una scomparsa, non solo per noi, incolmabile”. Balestrini, 83 anni, si è spento all’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma dopo una breve malattia.

“Distintosi per uno sperimentalismo spinto fino all’adozione di tecniche sempre riconducibili al collage e a una diffusa intuizione circa l’incidenza del caso sul fare poetico, Balestrini è stato anche animatore culturale, curatore di antologie, portavoce del dissenso politico”, ricorda il Corriere, “precursore della Neoavanguardia, aveva poi dato espressione letteraria alle inquietudini del mondo giovanile sfociate nella contestazione, anche attraverso la militanza estremista che lo aveva costretto a riparare in Francia per sfuggire all’arresto nel 1979”.

“Nato a Milano nel 1935, era nemmeno trentenne nella stagione più intensa della Neoavanguardia e del Gruppo 63 – è scritto su Repubblica fra i primi a dare la notizia della scomparsa – A quattro mani con Alfredo Giuliani, già nel 1964, pubblica da Feltrinelli un primo bilancio delle esperienze che si erano aggregate intorno allo storico convegno di Palermo; due anni dopo teorizza “Il romanzo sperimentale” (Feltrinelli 1966) e ne ha già fatto proprie le istanze fino in fondo, scrivendo il suo “romanzo multiplo” Tristano e più avanti, nel 1971, quel libro il cui titolo segna un intero decennio: “Vogliamo tutto”. Storia di fabbrica e di rabbia, con un linguaggio che rompe molti schemi della letteratura industriale degli anni Sessanta”.

La cosa che più ho apprezzato del mio viaggio a Matera è stata la Cattedrale e la devozione alla Madonna della Bruna. Sono capitato qui con la mia famiglia proprio per i festeggiamenti del 2 luglio. Che spettacolo! Tutti svegli all’alba a seguire la processione dei pastori, l’uscita dell’effige, la gente. Tantissima gente in giro, il viaggio verso la parrocchia di Piccianello, il clero, i materani, i turisti. Un fiume. Un meraviglioso fiume da tutto il mondo, aumentato grazie al riconoscimento di Capitale europea della Cultura 2019, che invade questa sacralità. E poi i materani… Che stile… Non si scompongono nel vederci invadere la loro devozione, la loro cultura. Sono qui tutti pieni di sorrisi e gentilezze. Che posto meraviglioso per sentire in pace con tutto.

Sarà lo scrittore David Grossman l’ospite d’onore della Festa del Libro ebraico in programma domenica 19 maggio a Ferrara. La manifestazione organizzata dal Meis, il Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, si dipanerà attraverso diversi appuntamenti tra cui l’inaugurazione di “Libri proibiti”, installazione dell’artista siciliano Manlio Geraci, curata da Ermanno Tedeschi: 774 libri bruciati che rappresentano i 774 deportati ad Auschwitz partiti dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano con il primo convoglio. L’incontro principale, in calendario nel pomeriggio al teatro comunale, quello con Grossman che dialogherà con il direttore del Meis, Simonetta Della Seta, sul tema “Il mio rapporto con la lingua e i testi ebraici” rivelando per la prima volta come dalla lingua ebraica nascano i suoi personaggi.

La “Festa del Libro ebraico” è organizzata in collaborazione con il teatro comunale di Ferrara e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane e della Comunità ebraica di Ferrara.

La cosa che più mi ha colpito della mia visita a Matera è stato il Castello Tramontano. Devo dire che trovo ovvio che tutti conoscano i Sassi ma questo monumento, a mio avviso, merita maggiore visibilità. Già a vederla da fuori rappresenta una stupenda fortezza aragonese che, in qualche modo, richiama il più famoso Maschio angioino napoletano. Con le dovute proporzioni, ovvio. Ho scoperto che questa struttura una volta aveva ben otto torri quadrate che i normanni usavano per difendersi dai nemici e che esisteva un ponte. Il nome Castello Tramontano deriva dal feudatario di Matera che nel Cinquecento lo fece costruire. Un personaggio che non era proprio amatissimo dai cittadini a causa delle tante tasse con cui li vessava. Fu proprio per questo motivo che venne assassinato, nel 1514, quando questo stava uscendo dalla Cattedrale. Oggi quella strada si chiama “Via del Riscatto” proprio perché ci fu un moto della popolazione contro chi la stava vessando. A parte questa storia però, il Castello resta una bellissima struttura ed è un vero peccato che non esista più il ponte che collegava due torri come raccontano le guide e gli storici. Avrebbe reso ancor più bello questo meraviglioso e imponente tesoro.

Carlo Levi parlava di Matera e della sua “dolente bellezza”. È vero, ha l’aria di una creatura dalla beltà sofferente. Ma questo non è un male. Quando una bella donna ha una lacrima che le solca il viso, questa resta pure sempre una creatura meravigliosa. Ecco, ho visitato Matera in un giorno di pioggia e così mi è sembrata: una creatura di dolente bellezza. Quando incontri questa creatura ne senti tutte le preziose voci: un sussurrare continuo nella piazza principale, davanti alla statua con il pianoforte io ho teso l’orecchio per ascoltare tutto ciò che si dice. E cosa si dice? Si ascoltano tanti visitatori che apprezzano la bellezza di questi luogi, ecco cosa si dice. E tu, creatura dalla “dolente bellezza”, cosa pensi di tutti noi? Ti diamo fastidio? O ti piace la nostra presenza? Io penso si tratti di questa seconda ipotesi…

I grandi pittori del Rinascimento visti con gli occhi ingenui di un ragazzo di bottega: Fabriciano da Civitate è protagonista dell’ultimo romanzo di Carlo La Porta, “1500”. L’avventuroso viaggio di un pittore attraverso un grande secolo di artisti, architetti, papi e streghe” (Dante Alighieri Società Editrice), che sarà presentato il16 maggio a Roma presso la sede di Spazio5. Fabro è il testimone di un’epoca piena di stimoli e di pulsioni, non soltanto artistiche, da cui riesce a non farsi travolgere, pur non restandone insensibile.

L’arte, l’amore e la passione, ma anche l’esperienza della guerra e dell’ingiusta prigionia, provano ma non piegano l’animo del protagonista, che resta nonostante tutto mansueto ma moralmente inflessibile. Fabriciano è un antieroe, insomma, alla stregua dei personaggi di Hemingway e di Melville. Assieme all’autore interverranno alla presentazione il giornalista Fabrizio Falconi e il presidente della Dante Alighieri, Mauro Spinelli.

Il Salone internazionale del Libro di Torino ha visto quest’anno la musica come grande protagonista. Fra i relatori dei vari panel, infatti, si sono alternati Jovanotti, Frankie hi-nrg mc, Achille Lauro e Francesco Pacifico. Nei loro interventi tutti hanno parlato dell’approccio alla scrittura e alla lettura. L’appuntamento con Jovanotti è stato l’evento più partecipato dell’intera rassegna con 500 posti a sedere tutti occupati e 200 persone in piedi. Jovanotti nel suo intervento ha raccontato come “All’inizio i libri costringono a una fatica ma poi ti ripagano con una bellezza che non ti aspettavi. Ti ripagano con qualcosa che non sapevi, che è un dono, è la cosa più bella del mondo. Io non cerco mai certezze nella lettura, io cerco cose che non so”.

Achille Lauro
Achille Lauro

Altro grande confronto con i protagonisti della musica è stato quello che ha visto seduti allo stesso tavolo Frankie hi-nrg, Achille Lauro, Francesca Serafini e Francesco Pacifico dal titolo “E’ la lingua: Bellezza”, per riflettere sulla ricerca estetica nel linguaggio parlato e scritto, tra cinema, musica, radio e web”. Le parole più attese sono state quelle del cantante trap. “Forse nessuno ci crede – raccontato Achille Lauro – ma dietro le parole delle mie canzoni c’è una profonda ricerca linguistica. Quello che cerco è un linguaggio imperfetto, fatto per sorprendere, raccontare cose e vite vere, non quelle che si vogliono sentir raccontare. Mi interessano gli stati d’animo, gli istanti, le visioni”.