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Francesco Cangemi

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Per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e a distanza di oltre 400 anni dalla realizzazione del primo Vocabolario degli Accademici della Crusca, parte una collaborazione tra l’Accademia della Crusca di Firenze e i Pasticceri della Giovanni Cova & C. di Milano, per realizzare il Vocabolario del Gusto, estratto e appositamente rielaborato dal primo Vocabolario della Crusca nel 1612.

Le voci italiane saranno affiancate dai lemmi in lingua inglese tratti dal primo Vocabolario bilingue italiano-inglese, il New World of Words di John Florio, edito nel 1611. La Crusca ha ideato questo nuovo vocabolario, nuovo ma tratto da materiale antico: sono le parole della lingua italiana di aureo periodo, con gli esempi tratti dagli scrittori della nostra tradizione linguistica classica. Il Vocabolario del gusto impreziosirà i panettoni e il pandoro destinati alla celebrazione del sommo Poeta, raffigurato già nella loro elegante confezione esterna. “Vogliamo continuare a garantire l’unicità dei nostri prodotti con iniziative di valorizzazione artistica e culturale – spiega Andrea Muzzi, ad di Giovanni Cova & C. – Celebrare Dante è un’occasione senza pari non solo perché le sue opere sono conosciute e studiate nel mondo, ma anche perché è grazie alla lingua italiana che ci siamo uniti come italiani ancor prima di avere una nazione politicamente definita”.
Il presidente della Crusca, Claudio Marazzini, spiega che “l’Accademia della Crusca ha aderito con grande piacere alla proposta della Giovanni Cova & C. per un’iniziativa comune nell’anno dantesco: il connubio tra cultura e cibo non è una novità, anzi ormai incontra grande consenso. Il cibo è esso stesso cultura e si lega alla lingua, perché è ben noto l’insostituibile valore della narrazione dei prodotti: senza la parola, viene meno gran parte del fascino del prodotto, si perde la descrizione degli ingredienti, non si apprezza a dovere l’arte della fabbricazione. Solo la parola rende palese la perizia artigianale che affonda le sue radici in un passato ricco di esperienze. Solo la parola aiuta a cogliere appieno il significato delle raffinate tradizioni italiane, prezioso patrimonio della nostra civiltà”.

Si terrà dal 29 maggio al 6 giugno la sesta edizione del Ferrara Film Festival. L’evento – spiegano gli organizzatori – sarà il primo, fra i maggiori festival cinematografici in Italia, ad andare in scena in presenza alla luce di un confronto con le istituzioni del Comune di Ferrara e i partner coinvolti a livello nazionale e internazionale.

“Il ‘Ferrara Film Festival’ rimane fedele al proprio credo – osserva il direttore della rassegna, Maximilian Law: il grande cinema va vissuto nella sala cinematografica e in queste settimane, con la recente conferma delle riaperture dei cinema dal 26 aprile, abbiamo lavorato duramente nell’individuare il periodo giusto per svolgere la nostra prossima edizione nel migliore dei modi e in totale sicurezza. Spesso mi è stato consigliato di aspettare fino a dopo l’estate, come hanno fatto molti altri festival ed eventi – aggiunge – ma sono arrivato alla conclusione che la soluzione più comoda potrebbe non essere quella più giusta. Spero – conclude Law – che il nostro festival possa essere un esempio per altri nel creare nuovi stimoli ad organizzare eventi in presenza in totale sicurezza. La gente, e le città, ne hanno assolutamente il bisogno”. La cerimonia di consegna dei Dragoni D’Oro, i premi del Festival, si svolgerà all’interno del Castello Estense. Il programma include premiere europee, italiane e mondiali – che saranno tutte svolte al Cinepark Apollo – e sarà arricchito da eventi a tema cinematografico, un gala di beneficenza, un talk show e altri appuntamenti sparsi in tutta la città.

Continuano le celebrazioni del centenario della morte di Renato Fucini (1843-1921), scrittore, cronista e poeta: da venerdì 23 a lunedì 26 aprile tre appuntamenti a Vinci, Firenze e Monterotondo Marittimo (Grosseto), ultimi tre incontri che chiudono il ciclo di iniziative dedicate al ricordo dell’intellettuale toscano. “A cento anni dalla sua morte, celebrare il capodanno toscano nel nome di Renato Fucini, significa non solo ricordare una figura importante nella storia culturale della nostra terra, ma anche attualizzare il valore dell’identità toscana che il capodanno intende celebrare”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo.

A Vinci verranno presentati sonetti, ampie selezioni di prosa, con particolare riguardo all’infanzia e alla formazione dello scrittore e al suo rapporto con la famiglia di origine e con l’ambiente naturale. Si prosegue sabato 24 aprile alla biblioteca delle Oblate di Firenze, dove si presenterà una selezione di scritti fuciniani in prosa e in poesia evidenziando i rapporti dell’autore con l’ambiente culturale fiorentino e con la temperie letteraria, linguistica e culturale della seconda metà dell’Ottocento. Ultimo appuntamento lunedì 26 aprile nella sala del Consiglio comunale di Monterotondo Marittimo, luogo natale di Fucini che gli ha da sempre tributato, anche in vita, un affetto speciale. L’incontro sarà quindi all’insegna del Fucini “intimo ma universale”, quello dei ricordi della famiglia di origine, del vecchio padre carbonaro e medico condotto, che sboccerà poi nelle successive prose.

Il Gruppo Libraccio si espande e “guardando al futuro con fiducia e ottimismo” apre tre nuove librerie a Milano, Roma e Varese.
Dopo i nuovi punti vendita nati nel 2020, di cui uno a Milano e uno a Busnago, in provincia di Monza e della Brianza, il Gruppo porta così a 54 il numero di negozi presenti su tutto il territorio nazionale.

“Abbiamo fatto quadrato in uno scenario comunque difficile – afferma Edoardo Scioscia amministratore delegato del Gruppo Libraccio – investendo su personale e qualità, su macchine per sanificare ambienti e libri, puntando su quartieri e zone residenziali. È stata la scelta giusta”.
A Milano, alla fine di maggio 2021 verrà aperta l’ottava libreria Libraccio in città: circa 80 mq all’interno dell’Università IULM con un ampio assortimento di nuovo, usato e testi universitari.

A Varese, sempre a fine maggio, sarà inaugurata nella zona di Masnago un grande negozio, circa 230 mq, destinato a diventare un punto di riferimento culturale con la sua vasta proposta di titoli nuovi e usati sia di scolastica che di varia. E a Roma il15 giugno Libraccio raddoppierà la sua presenza in città. Alla storica libreria di via Nazionale si aggiungerà quella di via Appia: 100 mq in cui si potranno trovare libri nuovi, usati e d’occasione.
Nata nel 1979, Libraccio è presente sul territorio con una delle più estese catene di librerie indipendenti in Italia: 54 punti vendita in 7 regioni. Dal 2009 è online con la sua offerta di nuovo e usato con il sito Libraccio.it leader in Italia nella vendita di scolastica, realizzato in partnership con la libreria online IBS.it recentemente confluita in una joint venture tra Gruppo Feltrinelli e Messaggerie Italiane.

E’ stato inaugurato il ‘Lettura Day’, appuntamenti ed eventi legati alla lettura ad alta voce, organizzati dall’Associazione degli Editori Indipendenti-Adei.
Ogni giovedì, a partire dal 22 aprile, con il lancio dell’iniziativa e del sito, si leggerà insieme in una festa diffusa.

Il progetto andrà avanti fino a settembre 2021. Alla grande festa della lettura diffusa possono partecipare tutti. L’importante è mettersi in gioco leggendo ad alta voce per qualcun altro, scegliendo il proprio libro del cuore o affidandosi al caso. E se si vuole condividere, meglio ancora: basta postarlo sui social con l’hashtag #letturaday. Chi vuole raggiungere un pubblico più ampio potrà registrare il proprio appuntamento sul sito www.letturaday.it che raccoglierà le iniziative.

Una particolare attenzione sarà dedicata a Dante, a 700 anni dalla morte. I versi del Sommo Poeta avranno una doppia voce, quella dell’attrice catalana Silvia Bel, nella chiesa gotica di S. Maria del Mar a Barcellona, che leggerà in lingua catalana (la prima in cui è stata tradotta la Divina Commedia) e quella dell’attore italiano Marcello Prayer, nel cenacolo di Santa Croce a Firenze, prodotto e curato da Testo/Pitti Immagine.
“Lettura Day nasce da Adei ma è aperta a tutti. Abbiamo pensato a un progetto volutamente inclusivo e basato sulla continuità, una grande festa di tutti, uniti nel nome della lettura, il nostro patrimonio collettivo” sottolinea Marco Zapparoli, presidente di Adei.

“Scrivere fiction e romanzi dopo la pandemia sarà da un lato una cosa bella perché l’avremo superata, e dall’altro non lo sarà perché, purtroppo, la avremo dimenticata”. Ne è convinto lo scrittore, autore e conduttore televisivo e sceneggiatore di serie tv Carlo Lucarelli, che oggi è stato ospite di un appuntamento online di Mondofuturo, ciclo di incontri organizzato sui propri canali social da Trieste Science+Fiction Festival.

“Spero davvero che nella scrittura futura rimanga qualcosa del periodo che stiamo vivendo”, ha spiegato Lucarelli. “Non credo, tuttavia, che ciò accadrà – ha aggiunto – perché questo periodo è molto complicato, anche dal punto di vista psicologico, e penso che alla fine sarà molto più facile ‘saltarlo’, andando, anche nella scrittura, direttamente dal 2019 al 2023. Così facendo, però – ha precisato – molte belle cose da raccontare purtroppo andranno perdute”.

Parlando del suo ultimo libro, “L’inverno più nero” (Einaudi), ambientato a Bologna nel 1944 e con protagonista lo “storico” commissario De Luca con le sue incertezze e paure, Lucarelli ha detto di considerare la paura, “una cosa positiva”. “Non solo perché me ne occupo come scrittore e sceneggiatore – ha chiarito -, ma anche perché dal punto di vista umano è una sfida confrontarsi con essa e capire che abbiamo la possibilità di superarla”. A chi gli chiedeva se vi fossero analogie tra la vicenda raccontata nel suo ultimo romanzo e l’attualità, Lucarelli ha risposto citando proprio l’atteggiamento del protagonista.

“Voltandosi dall’altra parte per concentrarsi sulle sue passioni – ha precisato – non si è accorto di alcune cose che all’epoca gli accadevano intorno, salvo poi trovarsi a doverle fronteggiare”. Lo stesso succede a noi oggi, ha evidenziato l’autore. “Anche noi ci voltiamo dall’altra parte, ma sono la stessa Terra, il clima, l’ambiente a dircelo: attenti, che poi vi girate e vi trovate nel pieno di una pandemia, e vi chiedete anche da dove sia venuta”.

Un concerto in presenza, immersi in una foresta, per riavvicinare l’uomo alla natura attraverso la musica del violoncellista Mario Brunello e di Stefano Mancuso, con una differenza rispetto a qualsiasi altro concerto al mondo: l’ accesso si paga in alberi, con il TreeTicket, per lasciare l’ambiente migliore di come è stato trovato. L’esperimento si terrà a Malga Costa in Val di Sella, in Trentino, nella cornice della foresta artistica di Arte Sella, il 29 maggio, con un doppio appuntamento alle 14 e alle 17.

E’- spiegano gli organizzatori – anche il primo evento ‘climate positive’: gli alberi adottati dal pubblico come biglietto di accesso verranno piantati nell’area circostante, colpita nel 2018 dalla tempesta Vaia, per catturare più CO2 di quella emessa dall’evento stesso e per lasciare all’ambiente un ‘tesoretto verde’, un nuovo bosco in grado di restituire nel tempo biodiversità al territorio, di catturare più anidride carbonica e di filtrare meglio l’acqua piovana nella falda.

Brunello e Mancuso saranno protagonisti di un’indagine ‘musical-vegetale’ che prende corpo dall’ultimo movimento della Seconda Partita in re minore per violino solo di Bach. L’opera conta su un’architettura basata sulla variazione che si costruisce pian piano su se stessa, proprio come una pianta e possiede una vita e un respiro analoghi a quelli di un albero.

L’iniziativa è promossa dalla trentina Acqua Levico ‘The climate positive water’ che pianta e si prende cura degli alberi adottati, mentre il primo esperimento di TreeTicket è organizzato da Etifor, spin-off dell’Università di Padova.

L’evento pilota in Val di Sella è anticipato da un test in Sicilia, nella food forest ‘Saja’ a Paternò (Catania), il 18 aprile alle 18 con il concerto “Phonosynthesis” che vede sul palco Roy Paci e Angelo Sicurella. Il concerto durerà in base alla quantità di alberi adottati fino alla fine dell’evento.

Nelle ore in cui il governo progetta la ripartenza del Paese, dopo i mesi di chiusura per la pandemia, un segnale per la ripresa degli eventi culturali arriva da Taobuk Festival. “Con lo sguardo rivolto alle radici europee, vogliamo scommettere sulla rinnovata vitalità delle iniziative culturali e abbiamo confermato le date in presenza di Taobuk, dal 17 al 21 giugno, come sempre a Taormina”, ha spiegato in conferenza stampa la presidente e direttrice artistica Antonella Ferrara.

La Conferenza di Taormina e Messina (18-20 giugno), è incastonata nelle date di Taobuk.
“L’Europa verticistica di Maastricht, che ha umiliato la Grecia, va ripensata – ha sottolineato lo storico Luciano Canfora, del Comitato scientifico di Taobuk – Serve un nuovo patto per l’Europa ed è qui, dall’area mediterranea, che si può ripartire con un progetto inclusivo, trasformando la struttura oppressiva dell’Ue in qualcosa di autenticamente solidale. I cosiddetti parametri di Maastricht sono stati sospesi ed è questo il momento per superare quella iniqua visione”.

“L’Ue è totalmente mancata nella strategia di produzione dei vaccini – ha osservato l’editorialista britannico Bill Emmott, chair della seconda Europe Conference di Taobuk – Averlo solo ordinati, senza organizzarne la produzione come hanno fatto Gran Bretagna e Usa, rallenta la loro produzione e distribuzione in Europa. Ma dagli errori si può imparare per ripartire”.

“La crisi europea è una mancanza di visione: l’Europa deve recuperare le sue radici, le sue ragioni politiche ed economiche”, ha auspicato Francesco Grillo, direttore del think tank ‘Vision e co-chair’ della Conferenza.

La vice direttrice Unesco, l’ex ministra Stefania Giannini, ha ricordato che “i settori dell’educazione e della cultura sono stati drammaticamente colpiti dalla crisi sanitaria. Questa situazione, senza precedenti, offre opportunità di riflessione, ci obbliga al cambiamento”.
La seconda Conferenza di Taormina e Messina, promossa da Taobuk, in collaborazione con il Think Tank Vision e con il supporto dell’Università di Messina, si svolgerà negli spazi dell’ateneo e a Taormina. L’undicesima edizione Taobuk ha il sostegno della Regione Siciliana e con il contributo del Comune di Taormina.

Musicultura, il Festival della Canzone Popolare e d’Autore, ufficializza oggi i nomi dei 16 artisti finalisti della XXXII edizione del concorso.
Sono: Brugnano (Napoli) con Canzoni da mangiare insieme; Elvira Caobelli (Verona) con Grazie a Dio ne sono fuori; Caravaggio (Latina) con Le cose che abbiamo amato davvero; Ciao sono Vale (Bergamo) con Tutto ciò che vuoi; Elasi (Alessandria) con Valanghe; Henna (Sondrio/Milano) con Au revoir; Lorenzo Lepore (Roma) Futuro; Luk (Napoli) con Lune storte; Miglio (Brescia/Bologna) con Pornomania; Mille (Velletri) cpon La radio; Sara Rados (Firenze) con Carapace; Francesca Romana Perrotta (Lecce/Forlì) con Dentro a un bar; Sesto (Trieste) con Sbalzi; Sudestrada (Forlì/Cesena) – Bazar; The Jab (Ivrea) con Giovani favolosi; The Pax Side Of The Moon (Brianza) con Lombardia (dicon tutti che sei mia).

Gli artisti si esibiranno dal vivo in un concerto in anteprima nazionale in diretta su Rai Radio1 e sui canali social del Festival il prossimo 23 aprile, al Teatro Persiani di Recanati.
Dopo il concerto di presentazione del 23 aprile, i brani finalisti entreranno in programmazione a maggio su Radio1, parallelamente saranno sottoposti al vaglio del Comitato Artistico di Garanzia del Festival e del voto del popolo dei social. In otto saliranno sul podio dei vincitori, due artisti eletti dai social e sei scelti dal Comitato di Garanzia.

Musicultura 2021 vivrà il suo apice a giugno, nella settimana tra il 14 e il 19, con le serate finali di spettacolo allo Sferisterio: il pubblico decreterà il vincitore assoluto, al quale andranno i 20.000 euro del Premio Banca Macerata.

“Se aprono gli stadi per il calcio, le stesse regole dovranno valere per i concerti”. Incalzato dalle associazioni di categoria in rivolta, dai discografici della Fimi ai tanti comparti rappresentati dall’Agis, il ministro della Cultura Franceschini alza la voce per lo spettacolo soffocato dalla crisi nerissima che dura ormai da oltre un anno.

Anticipa la sua posizione dopo la lettura dei giornali, la ripete alla Camera sollecitato da Italia Viva al Question Time, la ribadisce agli attori e alle maestranze del Globe Theatre di Roma, da oggi occupato come è stato nelle passate settimane per il Piccolo di Milano e il Mercadante di Napoli. Il tema è sempre quello delle riaperture in vista di maggio e il ministro assicura che farà “tutto il possibile” per aiutare la ripresa del settore, puntando a ripartire in sicurezza e per i prossimi mesi “soprattutto all’aperto”. Così come continuerà a battersi, dice, perché si prosegua con i ristori. Per aiutare chi resta chiuso, ma anche chi riaprirà e dovrà farlo in maniera ridotta. “Non sono la vostra controparte”, ripete agli artisti del teatro che fu del grande Gigi Proietti, “ho il dovere di essere il vostro rappresentante nelle istituzioni”. Gli attori lo ascoltano in silenzio, sembrano apprezzare le sue parole, anche se il breve intervento del ministro, in piedi al centro della grande sala, non viene salutato da applausi. Ma tant’è , l’atmosfera nel teatro shakespiriano di Villa Borghese sembra quella di una assemblea un po’ lunare, con gli attori e le maestranze sedute in circolo, a dovuta distanza gli uni dagli altri, i volti coperti dalle mascherine. In sala c’è pure Ascanio Celestini, che premette di parlare a titolo personale, anche se nelle sue parole si ritrova la disperazione di un intero pezzo d’Italia: “Ci si è occupati dei teatri come delle aziende che inquinano e che non è possibile mettere a norma”, denuncia. “Non si è fatto il lavoro che serviva e quindi ci ritroveremo a riaprire questi spazi con tutti i problemi che c’erano prima più quelli che si sono aggravati nel corso del tempo”.

Parole durissime, che seguono quelle altrettanto vibranti dei promoter della musica e delle associazioni dello spettacolo, arrivate di prima mattina dopo l’annuncio dell’ok da parte del governo ad aprire al pubblico lo Stadio Olimpico di Roma per gli Europei di calcio. “Se è possibile accedere in uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto – tuona Enzo Mazza, ceo della Fimi, la federazione delle industrie musicali – il mondo della cultura non può essere trattato in questo modo”. E di ingiusta discriminazione parla anche Carlo Fontana, presidente dell’Agis, l’associazione generale dello spettacolo. Dopo tante giornate di mugugni, di polemiche trattenute, di consigli, raccomandazioni, cortesi richieste, sembra il segno della rivolta di un intero settore ormai a corto pure di pazienza.

Franceschini rassicura: “Le regole sono uguali per tutti, l’ho scritto anche nel documento inviato ieri al Cts”. Ai parlamentari e poi di nuovo davanti agli occupanti del Globe, il ministro ricorda le richieste che ha fatto ai tecnici del comitato con l’obiettivo di riaprire i luoghi della cultura e dello spettacolo con un pubblico “raddoppiato” rispetto alle regole adesso in vigore. Scandisce i numeri limite, “500 al chiuso, 1000 all’aperto”, che dovrebbero consentire un buon passo avanti assieme alla possibilità per le Regioni di organizzare grandi eventi. “Stiamo lavorando per garantire un’apertura massima possibile”, sottolinea. “Sono proposte ragionevoli, viste con le categorie, spero che la risposta del Cts sia positiva”. Ad augurarselo sono in tanti, anche se il mondo delle associazioni, dall’Agis alla Fimi, dalle Fondazioni liriche alle tante sigle del cartello #ricominciamo, continua a chiedere ben di più, “senza numeri fissi” per la capienza delle sale e persino senza più il limite della zona gialla: “C’è un problema di sostenibilità economica – incalza il presidente Agis -l’attività deve chiudere solo nelle regioni rosse”. Non basta neppure la promessa di nuovi ristori. Lo spettacolo allo stremo vuole solo riaprire.