In Sila, se cerchi qualcosa, qualcosa troverai ogni volta. Me lo diceva mio nonno quando mi portava fra le montagne per cercare i funghi nei boschi silani. Che io mi ricordi, da ottobre (certe volte anche dalla seconda metà di settembre), la mia infanzia era scandita da questo passaggio. Alle prime piogge, dopo l’estate, si andava a cercare con la famiglia i funghi. Solo la nonna restava a casa. Gli altri tutti in prima fila: mio nonno in testa, mio padre, mia madre e mia sorella più grande di me. A me in realtà, da ragazzetto, i funghi non piacevano neanche tanto. Ma andare in giro fra i boschi con nonno era una delle mie attività preferite. Con buona pace per l’ansia di mia madre.

Con un pezzo di legno bello lungo che diventava il suo bastone si andava per i boschi intorno a Camigliatello. Lì vicino a quella che, in tanti, ancora oggi chiamano la strada vecchia per la Sila. Quella che parte da Cosenza e che costeggia la statale 107 e che passa per quelli che, fino allo scorso anno, erano i comuni di Trenta, Casole, Pedace, Serra Pedace e Spezzano Piccolo e che ora sono riuniti sotto il nome di Casali del Manco. Arrivati a Spezzano Piccolo, si faceva tutta una tirata verso Camigliatello dove le uniche forme di “civiltà” le vedevi a Fago del Soldato.

È in questi tratti che andavamo a funghi. Il nonno spostava le felci col bastone e se trovava un fungo buono, lo tagliava via dalla terra con il suo coltello. Io guardavo incantato le sue “scoperte” e ne volevo fare di mie. E quando facevo scoperte mie erano sempre i funghi “vavusi” che io scambiavo, scioccamente, per porcini. Il colore dei “vavusi” era il colore della felicità, quel marroncino dal gambo giallastro quasi bianco era il colore delle parole del nonno che dicevano «Bravo». Ogni tanto, ma raramente ad essere sincero, ci scappava un «Bravissimo!» se trovavo un rosito. Che profumo i rositi con quel loro ombrello grande e tutto rosa. Il mio unico rimpianto di quel tempo, e a pensarci bene anche di oggi, è che non sono mai riuscito a trovare un porcino! E pensare che dalla Calabria questo tipo di fungo è molto esportato. Ma in fondo, in Sila, se cerchi qualcosa, qualcosa troverai ogni volta.

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