Oggi vi raccontiamo una tradizione dell’antico borgo di Civita (CS) legata ad una festività che si tiene ogni anno tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, periodo in cui anche la civiltà greca e la romana davano vita a rituali, rispettivamente nelle feste Anesterie e Febbruali per ricordare e propiziarsi gli abitanti del Regno senza luce.
Gli arbëreshë di rito bizantino-greco, ieri come oggi, innalzano coralmente la preghiera in ricordo dei cari estinti “Shërbesa e Varrimit” e segnalano l’importanza del periodo in questione con particolari propiziazioni alimentari (collivi e pani devozionali dati per lo più ai sostituti dei morti: i poveri e i mendicanti).
In ogni casa si accendono lumini ad olio e basta solo la presenza di queste piccole fiammelle e il loro strepitio per dare l’impressione che la casa sia visitata dai morti.
I fedeli partono dalla chiesa e raggiungono in processione il cimitero, intonando canti, qui il sacerdote celebra la messa di suffragio e benedice con incenso ed acqua santa, le tombe.