“Sto lavorando su un progetto personalissimo, un documentario familiare che si intitolerà “Marx può aspettare”. L’annuncio è arrivato dal regista e sceneggiatore Marco Bellocchio in occasione del Bif&st, il Bari international film festival. Bellocchio, non presente fisicamente ma collegato in video, è stato insignito del premio Mario Monicelli al miglior regista per il film “Il traditore”.
Parlando dei progetti sui quali è al lavoro, Bellocchio ha spiegato che il documentario “parte da Piacenza, da Bobbio ed è sulla mia famiglia, su una vicenda tragica che è accaduta alla mia famiglia. E’ un film che si chiama ‘Marx può aspettare’, che è una cosa che ha detto mio fratello a suo tempo. Questo piccolo, ma per me grandissimo film, è già molto avanti e spero di poterlo congedare presto”.
Ma Bellocchio è al lavoro anche su altro. Dopo il film del 2003 “Buongiorno notte” sulla prigionia di Aldo Moro, torna su quella vicenda con una serie tv in sei puntate che si chiamerà “Esterno notte”.
“A livello di grandi produzioni – spiega Bellocchio – c’è questa esperienza nuova, ‘Esterno notte’, una serie in sei puntate sulla strage di via Fani, sul sequestro e sulla morte di Aldo Moro, su quei 55 giorni. Per me è un’esperienza nuovissima, per i tempi drammaturgici della serie e poi perché di questa tragedia italiana tendiamo a rappresentare quello che è avvenuto fuori dalla prigione”. In ‘Buongiorno notte’, che è la storia nella cella di Moro, quasi tutto avveniva lì dentro. Qui siamo fuori, ci sono anche altri protagonisti, Paolo VI, Francesco Cossiga, la moglie di Aldo Moro, i terroristi, fino alla sua conclusione tragica. Per me è un’esperienza molto diversa da ‘Buongiorno, notte’, è come il campo e il controcampo. Quello che sto facendo è il controcampo del campo che era il covo dove era detenuto Moro”.