Al sovrintendente il nome Cittadella della Scala non piace perché dà l’idea di una fortezza, di qualcosa di chiuso. Invece il progetto a cui sta lavorando (non da solo) il teatro è un luogo aperto alla città.
Un luogo dove riunire i depositi, che ora sono affittati ed ospitano oltre cento allestimenti, i laboratori ora sistemati con qualche problema nell’ex Ansaldo, ma anche l’Accademia e le sale prove, con la possibilità per il pubblico di assistere, di vedere come si preparano le scenografie, si cuciono i vestiti, si ideano le acconciature. E poi servizi, punto vendita. Il posto è già stato individuato a Rubattino, nell’area dismessa dove venivano costruite le auto dell’Innocenti, e rientra in un progetto più ampio che include un parco, il deposito dei bus elettrici dell’Atm, l’azienda di trasporti milanesi. “Questo è il momento perfetto per guardare avanti” ha spiegato il sovrintendente Dominique Meyer durante il convegno ‘La cittadella della Scala’ organizzato da Slc Cgil.
“La Scala continua ad esserci e a produrre e noi dobbiamo pensare anche al dopo, essere pronti a ripartire” ha spiegato il sindacalista Paolo Puglisi. Invero il progetto è partito prima dell’arrivo di Meyer che comunque lo appoggia. E che sta lavorando su più fronti con una riorganizzazione green e hi-tech. Lo streaming degli spettacoli ha avuto un successo di pubblico importante, con circa centomila spettatori a recita, confermando che è arrivato il momento di dotare il teatro di un sistema di telecamere fisse che permette appunto di mandare online in diretta opere, balletti e concerti. Poi c’è la parte ecologica, con taglio del consumo di carta, riduzione di rifiuto e consumo di energia elettrica. E c’è infine il ruolo sociale della Scala da confermare, con l’idea al momento in cui si riaprirà di utilizzare per ora quel 30% di biglietti venduti al pubblico straniero che per un po’ mancherà. La cittadella, o parco della musica, o come verrà chiamata (“vale la pena farci una riflessione” ha osservato l’attrice Lella Costa) è un ulteriore tassello, che permetterà di risparmiare sugli affitti e ottimizzare gli spazi ad esempio creano una sala prove (non l’unica) grande come il palcoscenico per permettere agli artisti di familiarizzare con la scenografia. Un’ipotesi che trova “d’accordissimo” anche Carlo Fontana, presidente Agis ed ex sovrintendente del Piermarini. La strada da fare è ancora tanta: bisogna decidere se costruire ex novo la struttura (ipotesi a cui è incline Meyer) o riadattare le strutture esistenti. E secondo l’assessore all’Urbanistica di Milano Pierfrancesco Maran sarà importante una gara internazionale per la progettazione. “Siamo qua perché vorremmo dare un contributo alla sua costruzione” ha aggiunto il segretario Slc Francesco Aufieri.
“La cultura – ha concluso il segretario della Camera del Lavoro Massimo Bonini – porta con sé qualità della vita e del lavoro”.