La luce come motivo espressivo, formale e simbolico, come emozione e messaggio di speranza verso il futuro, ma anche come elemento capace di “plasmare” la materia e il colore, seguendo il racconto che nelle loro opere hanno fatto artisti di grande qualità e carattere, in primis Gian Lorenzo Bernini, ma anche Giovanni Baglione, Mattia Preti, Agostino Tassi, Gaspar Dughet, Sebastiano Conca, Pierre Subleyras.
È questo il tema che anima la mostra “La luce del Barocco. Dipinti da collezioni romane”, in programma dal 2 ottobre al 10 gennaio negli spazi di Palazzo Chigi ad Ariccia (Roma).
Ideata e curata da Francesco Petrucci, conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia e direttore del Museo del Barocco Romano, e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo con il contributo di Acea Spa, l’esposizione presenta una serie di lavori provenienti da collezioni private, in gran parte inediti o mai esposti al pubblico, espressione di vari generi pittorici, tra ritratti, pittura di figura a soggetto sacro e profano, paesaggi, vedute e nature morte.
Duplice l’obiettivo: da un lato raccontare l’essenza del Barocco in un luogo particolarmente adatto a farlo, non solo perché Palazzo Chigi è stato ideato da Bernini per la famiglia del papa Alessandro VII, ma anche perché è sede del Museo del Barocco romano e una della dimore barocche più importanti d’Italia. Dall’altro lato poi c’è il bisogno di comunicare al pubblico un messaggio salvifico, di speranza e ottimismo, proprio tramite il Barocco, movimento che nella storia dell’arte ha rappresentato una delle massime espressioni dei temi del cattolicesimo attraverso un uso sapiente della luce.